Il nome che diamo alle cose spesso rivelano molto del significato che attribuiamo loro. Guidalberto è la certamente la celebrazione di una persona (l’antenato Guidalberto della Gherardesca) che ha rivoluzionato il paesaggio e l’economia di Bolgheri, trasformando le sue terre in campi agricoli e donando quel filare di cipressi evocato in ogni angolo del mondo. Ma Guidalberto è anche un nome composto da Guido e Alberto e qui la storia si arricchisce. Quando negli anni Novanta il Merlot iniziò a trovare apprezzamento sul mercato, Nicolò Incisa della Rocchetta e Giacomo Tachis decisero di contaminare la vocazione di Tenuta San Guido ai Cabernet, dedicandogli un nuovo vigneto - geologicamente adatto - nel tratto di terra compreso fra l’oratorio di San Guido e Podere Alberto. Ecco “Guido-Alberto”, che però non divenne una etichetta mono-vitigno: fin dall’inizio contenne l’anima originaria della tenuta, in equilibrio enologico con il Cabernet Sauvignon. Nel 2000 uscì la prima annata che includeva una piccola percentuale di Sangiovese, che andò persa nel 2004, dando prevalenza al Cabernet Sauvignon, ma in dose non rigida. Questo 2020 è vivacissimo ma sapidamente levigato: dolce di ciliegia e vaniglia, serio nelle note di foglia di pomodoro. Più dolce e profumato del Sassicaia, dallo stile giovane, il Guidalberto sta sviluppando una sua identità sempre più decisa, che non disdegna l’invecchiamento.
(ns)
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