Era il 1724 quando la famiglia Gonzaga acquisì per eredità dai De Gresti la tenuta, un monastero e il luogo strategico da cui ha preso le mosse ed è poi decollato verso vertici assoluti il percorso vinicolo dell'intera zona. Da quasi tre secoli Villa Gresti, 270 ettari di parco e 30 di vigne in conduzione biologica certificata (con spirito écolos sincero e pionieristico), è dunque la sede felice di un progetto d’altissimo profilo. Quello di Carlo Guerrieri Gonzaga è stato un percorso due volte anticipatore: per l’adozione (ben lontano dalla zona poi eponima dei supertuscan) di uno stile bordolese e correlata palette d’uve, e per la già citata sensibilità ai valori ambientali (tradotta in impegno costante e incisivo). Oggi il figlio Anselmo guida le pratiche colturali e produttive. Che prevedono, dopo la fermentazione, l’evoluzione e la sosta del vino bandiera – ormai pilastro tra i rossi di punta italiani - in barrique nuove e usate (secondo e terzo passaggio) per due anni, più uno in vetro. In questa specifica edizione le stimmate dell’annata calda - pur mitigate dalla protezione delle vette trentine - enfatizzano e accelerano nel bouquet le sensazioni di frutti rossi. Esplosivo e ricco al naso dunque, il vino ha però, malgrado tutto, beva elegante e fresca, e struttura avvolgente, ma equilibrata e pura, che libera nel finale i primi aromi speziati e li fonde a souvenir delicatamente vegetali.
Antonio Paolini
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