«La Donna Sorso ha sete di Bellezza e Garbo. Ama la sensazione di libertà che il vigneto le restituisce, le foglie rosse e viola che profumano d’uva. Ama il suono sottile del vento che canta tra le viti, rincorre l’incantesimo dell’acino tra parole e sorrisi che scivolano come vino nel bicchiere». È con una poesia e l’etichetta disegnata dall’artista leccese Valentina D’Andrea che Cristina Scarpellini fa parlare il suo Valtellina Superiore Valgella Riserva. Prima ancora che un vino, un progetto che racconta «l’inizio della mia avventura vitivinicola. Ecco perché porta il mio nome. Una Riserva in Valgella nella zona dove tutto ebbe inizio». Era il 2005 quando Cristina incontra la Valtellina. Lei aveva una laurea in Legge presa tra Milano e Parigi: «ho iniziato in modo incosciente, per passione. La passione si è poi tradotta in spirito imprenditoriale». Oggi Tenuta Scerscé sono 7,5 ettari tra i 450 e i 700 metri d’altezza sui terrazzi valtellinesi dove tutto è ancora fatto a mano. Anche il simbolo dell’azienda, una zappa bidente da vigna (“scerscé” in dialetto locale) è simbolo della viticoltura di montagna che si pratica in questa zona. La Riserva nasce in una vigna di 40 anni a 650 d’altezza nel cuore della Valgella. Sabbia e limo restituiscono un vino di grande eleganza e sapidità. Al naso spezia, frutti rossi sotto spirito, arance e caffè. Ottimo con i pizzoccheri o con una lasagna di polenta e selvaggina.
(Fiammetta Mussio)
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