QU.ALE è un vino fortemente pensato e voluto. Che detta così potrebbe suonare come una cosa negativa. In verità, partendo dall’assunto che il vino è anche un prodotto culturale, il progetto di Alessandra Quarta (da qui l’acronimo dell’etichetta) ha una storia ricca da raccontare. Dentro e fuori la bottiglia. All’esterno c’è l’idea di un vino “democratico”, orizzontale, poco costoso, che può mettere d’accordo un po’ tutti, soprattutto i più giovani: c’è la sostenibilità (nel packaging riciclabile, nel peso della bottiglia, nella destinazione del 5% delle vendite a una Onlus a scelta del consumatore). C’è la voglia di occuparsi della terra da parte di una giovane donna non ancora trentenne che ha una visione contemporanea del settore e che è consapevole dell’importanza di rendere accattivante ciò che si vende. “Figlia darte”, suo padre è Claudio Quarta, imprenditore vitivinicolo con tenute in Campania e Puglia. Ed è proprio qui che nasce QU.ALE, nella Tenute Eméra di Lizzano in provincia di Taranto: Negroamaro e Primitivo con aggiunte di Syrah o Merlot a seconda dell’annata, un rosso semplice e diretto ma non banale, che può essere servito a più temperature, fino a 5°C senza cedere in piacevolezza. Anzi, grazie a un lavoro calibrato sui tannini (pochissima macerazione e niente legno), la beva rimane vivace e croccante, con un contorno di morbidezza che lo fa stare in tavola quasi con tutto.
(Francesca Ciancio)
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