Se fu l’imprenditore umbro Silvio Nardi, addirittura negli anni Cinquanta del secolo scorso, in qualche modo a scommettere “ante litteram” su Montalcino, diventando poi uno dei soci fondatori del Consorzio del Brunello di Montalcino nel 1967, è stata sua figlia Emilia a condurre, a partire dai primi anni Novanta, l’azienda di famiglia tra le cantine più significative della zona. Oggi Tenute Silvio Nardi è una realtà rilevante anche in termini numerici, forte di 80 ettari a vigneto per una produzione che si attesta sulle 250.000 bottiglie annue. I vigneti sono coltivati in due specifiche aree: quella della tenuta di Manachiara, nel settore orientale della denominazione e quella di Casale del Bosco nel quadrante nord-ovest, coprendo quindi due zone profondamente differenti dell’areale, sia in termini di composizione dei terreni che di comportamento fisiologico delle uve, specie nell’attuale congiuntura climatica più calda che interessa Montalcino. Con il Sangiovese ad esprimersi, ça va sans dire, con accenti diversi. Il Rosso di Montalcino 2021, ottenuto da vari vigneti situati nel versante nord-ovest della denominazione e maturato in legni di varia capacità sia nuovi che usati, profuma di frutti rossi maturi, erbe officinali e tocchi speziati. In bocca il sorso è pieno e morbido, tendenzialmente dolce e dallo sviluppo compatto, terminando in un finale persistente e dai toni balsamici.
(fp)
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