L’azienda a conduzione familiare di Giovanni Terenzi - atteggiamento squisitamente e profondamente “contadino”, rispetto enorme per varietà e territorio di cui essa è espressione - ha saputo guadagnarsi in pochi lustri la considerazione di autentica griffe presso chi ritiene il binomio tra il Cesanese e la sua area in Docg uno dei binomi più interessanti e sottovalutati nel panorama enoico centroitaliano. Forte di 10 ettari vitati e di un team che, oltre al “sor” Giovanni, ancor oggi re del vigneto, include sua moglie e i tre i figli, l’azienda Terenzi ha una panoplia produttiva abbastanza articolata: ben quattro Piglio (incluso il “nostalgico” Valobra, figlio di singola vigna piantata nel lontano 1962), un Cesanese di Olevano e due Passerina. Il Vajoscuro ne è però sicuramente principe riconosciuto e bandiera: fermentato in acciaio (20 giorni a contatto con le bucce), elevato in piccoli fusti per dodici mesi, e lasciato per due anni ad assestarsi e riposare in vetro prima dell’uscita, aiutato da un’annata finalmente non torrida ma tutto sommato abbastanza classica e regolare, il 2016 ha insieme l’austerità del rango e la testura setosa , senza brusche asperità, tipica dei figli migliori del vitigno. Il profilo aromatico gioca tra note floreali, frutta (susina, amarena) e orientaleggianti note speziate che ne accrescono suadenza e fascino. Crescerà ancora, e bene, nei prossimi anni.
(Antonio Paolini)
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