Fra i rossi che produce l’azienda Terrazze sull’Etna, ci sono il Cirneco (Nerello Mascalese in purezza), il Cratere (Nerello Mascalese e Petit Verdot), un Pinot Nero in purezza e infine il Carusu, che significa “giovane” in siciliano, proprio come le piante ad alberello di Nerello Mascalese e Cappuccio che lo compongono, e che non superano i 15/20 anni di età. Dopo 6 mesi di maturazione in acciaio, 6 in tonneaux e 12 in bottiglia, la versione 2019 ha sviluppato intense note balsamiche di sottobosco, accompagnate da piccoli frutti rossi, qualche accenno speziato, di talco e di fiori appassiti. Il sorso ha una buona aderenza, ma appuntita di picchi freschi e sapidi, che lasciano la bocca saporita di frutti di bosco e rovo. Ai vitigni rossi si aggiungono anche il Carricante e lo Chardonnay, che contribuiscono a formare le restanti etichette bianche e gli spumanti, oltre che il patrimonio viticolo aziendale di 36 ettari. Il nome Terrazze dell’Etna si ispira all’intricata rete di muretti a secco che caratterizza il territorio vulcanico e che la famiglia Bevilacqua ha deciso di recuperare, per salvaguardarne la preziosa storia. Nasce proprio così nel 2008 l’azienda a Randazzo: grazie alla passione dell’ingegnere palermitano Nino Bevilacqua per la salvaguardia dell’architettura agricola tradizionale, che fra muretti a secco e palmento ha trovato un appagante sfogo creativo (degno di un vulcano attivo).
(ns)
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