Chi apprezza la Loira e i piccoli produttori questo nome l’ha di certo già sentito. Perché i fratelli Puzelat non solo fanno vini eccezionali ma sono persone belle. Persone appassionatamente legate alla loro terra (da secoli, fra l’altro) e in possesso della volontà e dei mezzi per trasformare certe idee giuste in realtà. In breve: innanzitutto un domaine di 10 ettari (più 6 in affitto), gestito a biologico da Jean-Marie e Thierry, insieme dal 1994. Passa un lustro, ed è tempo di Puzelat-Bonhomme, azienda nata per produrre vino del territorio pagando equamente le uve dei viticoltori della zona, sottraendoli dalla spirale del mercato dell’uva sottopagata e standardizzata e sostenendoli nella produzione di bio e biodinamica. Infine “Les Pénitentes”, manifestazione ideata da Thierry, che si tiene ogni anno ad Angers in suggestive cantine scavate nel tufo per celebrare i vini “genuini” di tutto il mondo. E tutto questo bene, per fortuna nostra, si traduce in vino. Le Petit Buisson ricorda tantissimo il caju (frutto dell’anacardo): ha la sua stessa dolcezza accompagnata ad una simultanea, quasi violenta, astringenza citrica. Nonostante questa sua anima tagliente, si rivela piacevolmente elegante in bocca, grazie ad una spina dorsale sapida che allarga il sorso in seconda battuta. Al naso è più discreto: vegetale, buccia di limone e uva spina. Il ritorno è grappa: 13 gradi di vino caldi caldi.
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