La prima vendemmia di Vigna Soccorso uscì nel 2003 e permise a Enzo Tiezzi di ragionare intorno a quella vigna, che sembrava chiedere più tempo rispetto al Cerrino, appezzamento di proprietà posto dall'altra parte della collina di Montalcino, sul versante orientale. E quindi decise di provare a dedicare un dei piccoli tini da 10 ettolitri ad un invecchiamento più lungo: di qualche mese in legno e qualcuno in più in bottiglie. È così che nel 2004 nasce la prima Riserva di Vigna Soccorso (unica riserva dell'azienda, a dire il vero), che da allora viene prodotta sempre, se le uve si dimostrano - assaggio dopo assaggio - in grado di “sopportare” qualche mese di affinamento in più. Le uniche due annate che saltarono furono la 2009 (perché molto pronta) e la 2014 (perché troppo esile). Stupisce che Enzo Tiezzi abbia deciso di produrla anche nel 2017, annata molto siccitosa, ma a ben guardare, è perfettamente coerente col modus operandi dell'enologo ilcinese: valutare anno per anno (o meglio, giorno per giorno) cosa succede e decidere il da farsi. Le uve di Vigna Soccorso del 2017 erano belle e capaci di reggere un affinamento più lungo rispetto all'annata (che in ogni caso, da qualche anno è diminuito proprio per via del cambiamento climatico). Dopo 3,5 anni di botte e un anno di bottiglia, ecco un vino succoso di melograno e agrumi, ematico e caldo, che scorre sapido e saporito, teso in centro bocca.
(ns)
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