Il Castelfiora di Tombolini è la prima Riserva del territorio dei Castelli di Jesi, che rappresenta quindi l’apice della denominazioni, ad essere venduta nella storica bottiglia ad anfora del Verdicchio. Una scelta voluta dalla famiglia per legare i progressi - che l’Istituto Marchigiano Vini ha fatto per migliorare la piramide qualitativa del vino - alla sua lunga tradizione. Dentro ci sono i grappoli di Verdicchio dei migliori appezzamenti dell’azienda - comprese le vigne vecchie di 50 anni - che vengono pressati interi, fermentati in acciaio e affinati in barili di rovere francese e otri di ceramica. La versione 2021 profuma di vaniglia, talco, fiori di iris e tiglio, melone giallo, con un accenno di erbe aromatiche e mandorla bianca; la stessa che si ripresenta a chiusura di sorso, dopo uno sviluppo dolce e chiaro al palato, glicerico e caldo, sorretto da acidità agrumata. A fianco al Castelfiora c’è il Classico Superiore Doroverde, che invece affina in acciaio e cemento, anche lui imbottigliato nell’anfora. Due vini in 50.000 bottiglie annue da 30 ettari di proprietà, costruiti a partire dal 1944, grazie all’attività di distillazione di Sante Tombolini ad Ancona, avviata nel 1921. Oggi Carlo con Giovanna, figli di Fulvia e nipoti di Giovanni, portano avanti l’attività con un progetto speciale dedicato al bisnonno e al suo ricettario di distillati e vermouth - il Negroni N. 21, cui ne seguirà presto un altro.
(ns)
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