Alto Piemonte, le colline alluvionali della Sesia e l’aria fredda che scende dal Monte Rosa. Torraccia del Piantavigna si trova qui e deve il suo nome al rudere di una torre sul colle scelto negli anni Cinquanta da Pierino Piantavigna per mettere a dimora le proprie viti. Ecco l’ispirazione per la cantina fondata nel 1997 da Alessandro Francoli, presidente delle omonime distillerie e nipote di Pierino. Oggi il vigneto aziendale si estende su 40 ettari, di cui 35 in produzione, suddivisi in cinque diversi appezzamenti, tre in zona Ghemme (Maretta, Ronco dell’Ulivo e Poncioni) e due nella Doc Gattinara (Gerbidoni e Lughe). Tra i vitigni regna il Nebbiolo, seguito da Vespolina ed Erbaluce. Il nucleo originario della cantina è degli anni Settanta, poi ampliato. Per gli affinamenti si prediligono le botti grandi, dai 23 ai 150 ettolitri, in rovere di Allier e Slavonia in grado di far maturare a lungo il vino senza un’eccessiva influenza del legno. Proveniente dai vigneti in località Poncioni, il Ghemme 2015 arriva nel calice dopo oltre 5 anni dalla vendemmia, con un color rosso rubino scarico e lucente e ancora tanto tempo di fronte a sé. Al naso un bouquet di prugne e ribes nero, toni ematici e floreali di viola mammola. In bocca è una lama, con sapidità intensa e un tannino setoso, ancora da domare. Un sorso di grande bevibilità, avvolgente e persistente, che chiude con ricordi di foglia di tè.
(Giambattista Marchetto)
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