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TOSCANA: IL MINISTRO ALEMANNO CHIAMA A RACCOLTA LE GRANDI FAMIGLIE DEL VINO. INCONTRO INFORMALE PER DISCUTERE DI MERCATO, PREZZI E STRATEGIE DI RILANCIO

Il Ministro per le Politiche agricole, Gianni Alemanno, chiama a raccolta le grandi famiglie del vino toscano. Un incontro informale, intorno al caminetto della splendida Villa Mori a Isola di Migliarino Pisano, per tastare il polso della situazione, discutere dei problemi sostantivi del mercato, di rapporti con l'estero e di Ice (Istituto per il Commercio Estero), ma anche di prezzi, di ristorazione, distribuzione, vigneti. E su questa base gettare le basi per possibili strategie di rilancio, commerciali e di comunicazione.
Vis a vis con i produttori più grandi e blasonati della Toscana, il ministro Alemanno ha voluto capire le reali esigenze di chi quotidianamente si confronta, non senza qualche sofferenza, con la fascia alta del mercato mondiale. Una discussione ad ampio raggio, al netto di Consorzi e organizzazioni di categoria, volutamente non chiamati a questo incontro. Alla discussione è seguito l'invito da parte dello stesso Alemanno per creare a Roma "un tavolo di consultazione periodico" con una rappresentanza qualificata e ristretta di produttori, sui temi più caldi del momento. L'idea è subito piaciuta e nel ruolo di "portavoce" si è proposta Ginevra Venerosi Pesciolini, presidente dell'associazione dei grandi cru della Toscana.
Va detto subito che alla serata hanno preso parte tutti i più bei nomi della viticoltura toscana: i Mazzei, i Frescobaldi, i Biondi Santi, i Corsini, gli Antinori, gli Incisa Della Rocchetta. Ed ancora i Gucci, i Folonari ...
"E' stato un incontro molto interessante - commenta Duccio Corsini - Il ministro ha ascoltato con grande sensibilità e attenzione le nostre personali idee e le nostre preoccupazioni per il delicato momento che il mondo del vino sta vivendo. Ed ha concordato con noi produttori che il settore in questo momento ha bisogno di un supporto sul versante del marketing verso l' estero e che occorre per questo ripensare e riorganizzare le risorse, gli istituti e la strumentazione, a partire dall'Ice, di cui disponiamo per consolidare i vecchi mercati e conquistarne di nuovi".
"I tempi stanno rapidamente cambiando - aggiunge a sua volta Jacopo Biondi Santi - e il ministro questo lo sa bene. Per questo ha chiesto di incontrarci direttamente, senza "filtri", per avere il polso di chi il mercato lo vive, lo soffre e lo deve organizzare giorno dopo giorno. Per vincere le sfide di oggi, bisogna essere sempre più attenti e incisivi, senza improvvisazioni e senza disperdere la nostra presenza in mille manifestazioni che moltiplicano le spese e non portano a nessun risultato commerciale".
Dello stesso avviso anche Filippo Mazzei che invoca sulle più importanti e interessanti piazze estere una presenza più attenta allo specifico del vino italiano, che rappresenta una delle icone del "made in Italy" del mondo e che da solo vale 2,5 miliardi di euro della bilancia commerciale del Paese. Una presenza che, in qualche misura, possa fare da contraltare alle politiche aggressive di altre nazioni, Australia in testa, che sta investendo ingentissime risorse nella "scommessa" del vino.

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