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Truffa made in Italy, rinviate a giudizio 9 persone per la frode del vino adulterato spacciato per le grandi Doc toscane. A vino scadente veniva aggiunto alcol per essere venduto in Italia e all’estero come Brunello, Chianti Classico e Sassicaia

Made in Italy è sinonimo di qualità riconosciuta in tutto il mondo, anche quando si parla di vino, e quello italiano è per definizione un prodotto di qualità, con attenzione per le materie prime e per la lavorazione.
L’altra faccia della medaglia, piuttosto amara, è che spesso si trovano, all’estero e in Italia, prodotti falsi e brutte copie di scarsa qualità, e non solo per mano di aziende straniere: tutta made in Italy è infatti la super frode del vino adulterato spacciato per Doc toscane di alta qualità come Brunello, Chianti Classico e Sassicaia, per cui ieri il pm Giulio Monferini, del Tribunale di Firenze, ha chiesto il rinvio a giudizio di 9 persone, tutte coinvolte nella commercializzazione di vino di bassa qualità, a cui aggiungevano alcol, per poi imbottigliarlo in un’azienda di Empoli e venderlo in Italia e all’estero (soprattutto in Costa Rica) come vino pregiato, applicando sulle bottiglie delle etichette false.
L’inchiesta, avviata nel 2015 e condotta dai carabinieri del Gruppo tutela della salute di Roma e del Nas di Firenze, e coordinata dalla Dda fiorentina, ha portato alla formulazione di diversi capi d’accusa, dall’associazione a delinquere per frode in commercio alla contraffazione di marchio e dell’origine del vino, vendita di sostanze non genuine e riciclaggio.

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