I vini dolci passiti sono spesso frutto dell’innamoramento. Meno importante è il motivo economico che spinge a realizzarli, perché questa non è un’epoca da cose dolci e i vini così fatti soffrono una dimenticanza che dura da troppo tempo. Eppure i produttori continuano a realizzarli, anzi, tanti sono i “forestieri” che scelgono uve e terreni lontani per sperimentare questa vinificazione. È stato anche il caso di Tua Rita, la celebre cantina toscana nota per il Redigaffi, che nel 2016 ha acquistato alcuni appezzamenti di vigneto sull’isola di Pantelleria. Non più di due ettari di viti ad alberello pantesco, dichiarate Patrimonio Immateriale dell'Unesco. Le uve Zibibbo, dopo la raccolta manuale, vengono adagiate sulle stuoie ad asciugare per circa 10 giorni. Dopo la pressatura il mosto viene lasciato fermentare lentamente a temperatura controllata fino all’arresto naturale della fermentazione. L’affinamento avviene in acciaio per 12 mesi. La consulenza è di Antonio D’Aietti, l’enologo più esperto dell’isola in fatto di appassimento. Il risultato è quel dolce non dolce tipico dei passiti panteschi fatti bene: un mix match di morbidezza, avvolgenza esotica - caramello, dattero, albicocca dry, melone e pesca - e salinità, freschezza iodata e finale di bocca quasi salato. Come tutti i passiti di quest'isola anche il Sese è figlio non solo del mare e della terra ma anche del vento.
(Francesca Ciancio)
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