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Un 2017 da incorniciare per l’Italia dei fine wine: secondo il benchmark Liv-Ex è stata la terza regione più attiva sul mercato. Solo toscani in top 10, con il Sassicaia (29%) seguito dal Brunello di Montalcino di Altesino (8,1%) e dal Solaia (6%)

Italia
Un 2017 da incorniciare per l’Italia dei fine wine: secondo il benchmark LivEx è stata la terza regione più attiva sul mercato

La celebre svolta del vino italiano verso la qualità - un processo cominciato, non senza fatica, oltre trent’anni fa - sta continuando a portare ottimi frutti, non solo a livello di mercato globale, ma anche nel prestigioso e sempre più fiorente mondo dei vini di lusso e da investimento, e a confermarlo, oltre ai risultati delle aste, arrivano anche i dati del principale benchmark del mercato secondario, il londinese Liv-Ex. Secondo una recente analisi dei movimenti registrati nel corso del 2017 (https://goo.gl/uPBwPU), non solo la quota di mercato in valore dei vini italiani è in crescita (6,2% del totale, contro il 6,1% del 2016), ma nel corso di novembre è arrivata al 10,8% del valore complessivo, con un incremento del 3,1% rispetto a ottobre (https://goo.gl/iv5dUC).
Il documento degli analisti londinesi ha poi elencato i dieci vini tricolori più scambiati nel periodo compreso tra gennaio e ottobre 2017, e in questo senso la regione vincitrice è una sola, con una impressionante top 10 interamente toscana, e decisamente non priva di sorprese. Innanzitutto, i grandi del Granducato enoico contribuiscono per non meno dell’85% al valore totale degli scambi di etichette italiane sul mercato secondario, con il Piemonte che non arriva al 12%, e i “magnifici dieci” di Toscana assorbono, da soli, il 67,4% dell’intera quota di mercato italiana in valore. Non sorprendentemente, così come successo per il 2016, c’è un solo nome al comando, ed è il Sassicaia, con un’impressionante 29% dei passaggi di mano totali di vini italiani e un incremento sul 2016 dell’indice dedicato al principe dei Supertuscan pari all’8,2%. Medaglia d’argento, con una quota di mercato in valore dell’8,1%, per un alfiere di Montalcino, il Brunello di Montalcino di Altesino, che arriva a staccare di oltre due punti il Solaia (6%) e di quasi tre il Masseto (5,2%). Ancora Montalcino, poi, in quinta posizione, con il 3,9% del Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi-Tenuta Greppo, a un’incollatura dall’Ornellaia e dal Guidalberto di Tenuta San Guido (3,8% per entrambi) e ben sopra il Tignanello (3%). A chiudere la top 10, infine, ancora Montalcino, con il Brunello di Montalcino di Argiano (2,5%) e il Brunello di Montalcino di Valdicava (2,1%) a concludere questo trionfo toscano sul mercato secondario.

La performance del Sassicaia nel 2017, sottolineano poi gli analisti del Liv-Ex, è dovuta a un focalizzarsi degli investitori sulle annate più recenti del grande di Bolgheri, particolarmente la 2014 (41,4%) e la 2013 (21,4%): il prezzo della prima è rimasto costante dalla sua immissione sul mercato, mentre quello della 2013 è salito dell’11,9%, probabilmente per un parere comparativamente più favorevole da parte della critica globale. Ma fra i Supertuscan non spetta al Sassicaia la palma di top performer in termini di crescita percentuale: il suo incremento nel corso del 2017 è stato pari all’8,2%, inferiore sia a quello del Solaia (+13,2%) che a quello di Ornellaia (+11,5%, in crescita ininterrotta e sostenuta da luglio) e Masseto (+8,5%). Unico segno negativo, infine, anche se di poco (-0,3%), per il Tignanello, complice un periodo decisamente negativo dal gennaio al luglio 2017 e una ripresa di fine estate che il mercato non ha sostenuto tra settembre ed ottobre, ma in linea con la diminuzione sia in volume che in valore degli scambi registrati sul Liv-Ex nel periodo.

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