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UN “VELO” SUI MERCATI DI GERMANIA, SVIZZERA E AUSTRIA, MA GRANDE ATTENZIONE SU RUSSIA, INDIA E DUBAI: E’ LA RICETTA DI LODOVICO ANTINORI, UNO DEI GRANDI NOMI DELL'ENOLOGIA ITALIANA, PER SUPERARE LA STANCHEZZA ATTUALE DEL MERCATO DEL VINO

Italia
Lodovico Antinori

Ormai è diventata quasi una banalità ribadire lo stato di crisi in cui si trova il mercato mondiale del vino, ancora lontano da una significativa ripresa. Ma è pur vero che dopo la necessaria analisi delle cause e dei motivi che hanno interrotto il trend positivo del vino (ampiamente cavalcato dalle aziende anche senza la dovuta attenzione ad una curva di crescita che, dopo una salita costante durata quasi 20 anni di seguito, era inevitabilmente destinata a flettere) bisogna agire, magari con la consapevolezza che la parola “crisi” può essere interpretata correttamente, nell’accezione etimologia greca del termine, e cioè come “cambiamento”. E proprio di cambiamento degli obbiettivi commerciali parla Lodovico Antinori, nel recente passato “deus ex machina” della Tenuta dell’Ornellaia, ed oggi alla guida dell’ambizioso progetto Campo di Sasso, insieme al fratello Piero e la sorella Ilaria.

“Ho messo come un “velo” su mercati quali quello tedesco, svizzero e austriaco, tradizionali consumatori dei vini italiani di alta gamma - spiega Lodovico Antinori - ma che oggi, invece, sono alle prese con una sorta di rifiuto verso quei vini e considero attualmente quei mercanti in uno stand-by destinato ancora a durare nel tempo. Sto, invece, concentrando le mie energie verso Paesi come Russia e Dubai, una specie di Las Vegas del Medio Oriente, e ho intenzione di studiare adeguatamente la capacità di assorbimento di un mercato come quello indiano, che considero di grandi prospettive e molto migliore di quello cinese, forse ancora poco più che un fenomeno di moda. In India - prosegue Antinori - credo che esista una nuova borghesia dalle buone possibilità economiche e culturalmente preparata al vino, perché ha molto spesso studiato nei college di Oxford piuttosto che di Cambridge, impadronendosi di uno stile di vita assolutamente europeo”.

Lo spostamento del livello di attenzione su mercati un tempo considerati marginali, ma che oggi rappresentano forse la vera soluzione scaccia-crisi, non significa però affrontare i mercati storici con minore impegno “gli Stati Uniti rappresentano ancora il nostro mercato di riferimento - continua Antinori - e importanti segnali arrivano anche dal Canada e dai paesi del Nord Europa, Svezia Finlandia e Danimarca, ma anche dalla Lituania. Sempre maggiore importanza sta assumendo l’Inghilterra, un mercato che non si vergogna di andare a pescare in Australia, piuttosto che in Cile i vini dal rapporto qualità/prezzo più vantaggioso, ma che, allo stesso tempo, guarda con molto interesse alle produzioni di fascia alta diverse da quelle francesi”.

Un discorso a parte merita la situazione della Russia: “mi occupo personalmente della commercializzazione dei miei vini in Russia - conclude Lodovico Antinori - e ho visto che i nuovi ricchi di quel Paese consumano regolarmente i grandi vini italiani. Nelle tavole circolano con buona regolarità i vini cosiddetti “cult” e anche le più esclusive produzioni di nicchia: ad esempio, la “Cantinetta Antinori” di Mosca ha avuto quest’anno un incremento di presenze del 300% e i vini italiani sono molto ambiti”.

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