Magico 2016 in quel di Langa, e anzitutto per il vino che di Langa è, e resta, la più nobile bandiera: il Barolo. L’annata è stata di quelle che fanno parlare di ricchezza espressiva e nitidezza gustativa scolpita a corredo. Con, certo, le solite e inevitabili eccezioni. Negative alcune (non molte, per fortuna). O francamente eccelse altre: le migliori. Aldo Vaira con questa che da sempre rappresenta la selezione top della gloriosa label aziendale, si colloca dritto e sicuro tra le seconde. Da questa vigna ove ha imparato anzitutto a cogliere il valore dell’attesa, la pazienza che fa il carattere del vignaiolo e del suo vino, ha tratto una delle più riuscite versioni del suo cavallo di battaglia: e questa edizione del suo Bricco mette insieme nel sorso classicità, pacata austerità e, a renderlo ancor più speciale, il ricamo setoso e raro della grazia. Con le viole dell’etichetta e del nome della vigna madre ben presenti nel bouquet a ribadire il buon diritto alla citazione. Il frutto pieno e brillante, giovane ancora e destinato a restare a lungo in sé, per poi essere ancor più a lungo e finemente evolutivo. E, infine, palpabili nuance minerali a far tutto più complesso e intrigante. Merito della propensione naturale del cru alto a 480 metri - cresta ovest di Barolo -, delle selezioni di Lampia e Michet datate 1949-’63-‘68 e, ovvio, della mano saggia e lieve al lavoro nell’iconica cantina di via delle Viole.
(Antonio Paolini)
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