Da ritorno alle origini a vigneto sperimentale - con molti cloni “in prova” - fino a 14 etichette. Troppe se non fosse che diverse sono “esercizi di stile” nel solco di un bernoccolo di famiglia che parte dal nonno Ezio, passa dal famoso zio Attilio - tra i massimi esperti internazionali di viticoltura e presidente del Comitato Nazionale Vini - e arriva a Filippo Scienza, che conduce l’azienda con la moglie Barbara e il figlio Riccardo. Ad Avio in Val d’Adige, là dove il Veneto diventa Trentino, Vallarom conta su 7,5 ettari dal 1999 in biologico - filosofia operativa più che metodo di produzione - forte anche di favorevoli condizioni pedoclimatiche e notevole biodiversità creata nei decenni. Filippo, sguardo acuto corroborato dal dubbio che lo fa guardare sempre oltre, ha 25 vendemmie alle spalle, festeggiate con una “retrospettiva” dalle bollicine metodo classico Vo’, fino al Fuflus (Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot e Syrah), passando per Chardonnay, Pinot Nero e il raro Enantio. Difficile segnalare un solo vino tra i molti di livello, se non per gusto personale. Amarena e piccoli frutti rossi esplodono più che al naso in un sorso di bell’acidità nel Pinot Nero 2008. Varietà “ribelle” a cui è dedicata anche la Selezione Filippo Scienza 2020 ora in commercio (stessa vinificazione e tempi più lunghi in legno e bottiglia) da attendere “perché - dice Filippo - più che di annata, è questione di tempo”.
(Clementina Palese)
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