107 ettari piantati a vite (su 265 ettari totali), 500.000 bottiglie prodotte all’anno (suddivise in 17 etichette), 6 varietà d’uva coltivate (Sangiovese, Pinot Nero, Merlot, Cabernet Sauvignon e Franc, Chardonnay) e 4000 piante di ulivo per la produzione di olio Evo, cui si affianca quella di grappa. Ecco alcuni dei numeri che dà Vallepicciola, azienda situata fra i boschi secolari della Val di Picciola a Castelnuovo Berardenga. Nel 1999 i fratelli Bruno e Giuseppina Bolfo iniziano i lavori di ristrutturazione di un antico monastero a Pievasciata per trasformarlo in albergo, ma i vigneti del convento sono stati abbastanza convincenti da portarli (anche) altrove. A un chilometro di distanza dal 2020 c’è infatti la cantina, che gestisce le uve provenienti dalle 9 parcelle vitate: Fontanelle, il primo vigneto di oltre 30 anni; Casanova Calcaia; Poggione Quercegrosse; La cappellina Cantina; Casuccio Alto e Casuccio Basso; Poggino Pievasciata; Bosco Bruno, dedicato al Pinot Nero; e infine Lapina Vallepicciola, da cui si selezionano le migliori uve per produrre la Gran Selezione omonima. Dopo la fermentazione in cemento e il doppio passaggio in botte, prima grande (per la malolattica) e poi piccola (per 30 mesi), danno un vino scuro e fitto, dai sentori di amarena e mora, spezie fresche e balsami di sottobosco, che aderiscono con decisione al palato, rilasciando matericità polposa e scorrevolezza piccante.
(ns)
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