“Restyling” è una parola di una certa ambiguità: indica ovviamente una trasformazione estetica ma può anche suggerire un cambiamento meramente superficiale, poco sostanziale e incisivo. Nel caso del Solestà della Azienda Vitivinicola Velenosi però i motivi per la comparsa di questa nuova etichetta (nonché bottiglia, tipo birillo) sono anche identitari. La casa, sotto la dinamica gestione di Angiolina Piotti e la superba conduzione enologica di Attilio Pagli, è arrivata ad un produzione globale di 2.5 milioni di bottiglie e il cuore della gamma sono i tre Rosso Piceno Classico: la super-selezione Roggio dei Filari, il bel vino di base Brecciarolo e il mid-range Brecciarolo Gold. Nome quest’ultimo che non comunicava il livello importante della bottiglia, una selezione di uve da vigneti con almeno 30 anni di vita e un affinamento in barrique nuove. Quindi la decisione di ribattezzarlo che fortunatamente non ha cambiato in alcun modo il carattere del vino, una cuvée di quasi 100.000 bottiglie. Stesso colore rosso rubino profondo, fragrante e persistente al naso con le classiche note di prugne e ribes rosso, intense e penetranti, e un corpo e struttura da vino importante, i gradi alcolici sono 14 abbondanti e gli estratti sopra 31 gr/lt. Ma senza alcuna pesantezza, i tannini setosi e carezzevoli di questo grande e storico blend italiano si affermano dall’attacco fino al lunghissimo finale.
(Daniel Thomases)
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