Ci sono due modi per andare da Lavis a San Michele all'Adige: facendo la strada statale che costeggia il fiume o deviando sulle colline Avisiane che attraversano Pressano e Sorni, lungo un crinale attorniato da vigneti (e un colpo d'occhio niente male sulla piana Rotaliana). Circa 10 chilometri inaspettati che val la pena percorrere anche per un altro motivo: questa strada rappresenta fra i più begli esempi di comunità di vignaioli compatta e appassionata che si possa incontrare. Piccoli produttori che si stimano e che lavorano insieme, per raccontare orgogliosi la loro versione di Trentino, molto diversa da quella consortile che la maggior parte delle persone (ri)conosce. Fra questi c'è Fanti, anzi, Vignaiolo Fanti - giusto per non lasciare nulla di frainteso - che produce circa 18.000 bottiglie da 4 ettari di vigna. Alessandro, che ha preso in mano l'azienda nel 1991 dal padre, nel suo lavorare in sottrazione - non irriga né concima, non usa erbicidi ma solo rame e zolfo, non cima le viti - è diventato noto per la sua sensibile interpretazione del Nosiola, vitigno autoctono trentino, che qui trova una delle due zone di elezione (insieme alla Nosiola della Valle dei Laghi): macerato in parte e in parte affinato in legno, riposa a lungo sulle fecce fini senza movimentazione. Ne risulta un bianco delicato e piacevolmente puntiglioso, quasi tannico e profumato di fiori bianchi, miele d'acacia e nocciola fresca.
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