Una storia di passione per il proprio territorio spinge i due fratelli Giuseppe e Pasquale Guadagno a dedicarsi al vino in Irpinia, in particolare al Fiano di Montefredane - nell’areale di eccellenza della Docg campana - dove acquistano una vigna di tre ettari. La prima bottiglia va in commercio nel 2010. Pensavano di fermarsi lì, un solo vino come hobby e l’attività imprenditoriale di altro settore da portare avanti. Invece la passione ha vinto su tutto e vendemmia dopo vendemmia la gamma delle etichette si è estesa, includendo tutti gli autoctoni irpini. Per Taurasi e Greco di Tufo le vigne sono in affitto e sono state scelte con grande dovizia. Il cru di Contrada Sant’Agnello invece è tutto loro e qui nasce il Fiano di Avellino assaggiato, proveniente da uve poste a oltre 500 metri di altezza. La vinificazione prevede decantazione statica del mosto e affinamento per 12 mesi sur- lie e altri 12 in bottiglia. Semmai ce ne fosse bisogno questa bottiglia è l’ennesima testimonianza di quanto questo bianco del Sud sia una straordinaria macchina del tempo. Va aspettato per coglierne la complessità. Ed ecco che la 2016 tira fuori frutta candita e agrumi, pietra focaia che dà la sensazione della sapidità, di fumo e di cera d’api. Affilato in bocca, chiude in un’avvolgente nota di nocciola che non gioca sull’amaro della mandorla, ma piuttosto sulla morbidezza di qualcosa che rimanda alla pasticceria.
(Francesca Ciancio)
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