Il colore e i profumi di questo Valpolicella Classico Superiore 2019 riportano dritti agli anni ‘70, quando la trasparenza e la brillantezza del rosso porpora nel bicchiere anticipavano netti profumi di rosa e ciliegia, di rovo e vaniglia. In bocca cambia il calore (certamente maggiore in questi anni di preoccupante aumento di temperatura estiva), ma il sapore dolce e lievemente speziato e l’andatura elegante e succosa del sorso restano aderenti al ricordo di un Valpolicella, che lentamente (e finalmente) sta riconquistando la scorrevolezza di un tempo. Un vino, insomma, ben disegnato, dove ogni parte gioca armoniosa con le altre: una rappresentazione fedele di un’annata classica nel suo sviluppo meteorologico, da cui Villa della Torre ha ottenuto anche un Lugana, l’anima bianca di questa azienda, che sorge in una struggente villa rinascimentale poco fuori Fumane. Comprata nel 2008 da Marilisa Allegrini, è stata ristrutturata per ospitare stanze e gastronomia territoriale e oggi è gestita dalle figlie Carlotta e Caterina, che ne stanno sviluppando anche il lato vitivinicolo. Il terreno intorno alla villa ospita poco più di 2 ettari vitati, a cui si aggiungono altri 1,3 ettari sul Monte Fumana; a Desenzano del Garda, invece, si trovano le vigne da cui proviene il Lugana (due appezzamenti da 8,5 ettari). Un progetto interessante che fra poco vedrà nascere anche un Amarone e un Cru dai vigneti più alti.
(ns)
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