Studiata come case history all'Università di Cambridge per la sua attenzione alla sostenibilità ambientale, il nome “Villa Franciacorta” nasce dall'unione del territorio vitivinicolo con quello storico: Villa, infatti, è un borgo che nasce nel medioevo sulle colline che divennero la denominazione delle bollicine bresciane nel 1967: la Franciacorta. Di questo borgo si innamorò Alessandro Bianchi nel 1960, che decise di fondare l'azienda e intraprendere un lungo restauro moderno, ma rispettoso della struttura originale. Oggi la struttura comprende anche un progetto di ospitalità (l'agriturismo Villa Gradoni e l'osteria Éla), oltre che una cantina sotterranea e un patrimonio agricolo di 100 ettari, di cui 38 vitati. L'attenzione di Villa Franciacorta all'ambiente appare davvero decisa: recupero di acqua piovana, energia da pannelli fotovoltaici, uso esclusivo di idropulitrici a getto bollente per l'igienizzazione, alleggerimento delle bottiglie, tutela della biodiversità di flora e fauna su tutta la proprietà e selezione di fornitori che sposano la loro stessa visione. Tanta attenzione si traduce nella scelta di vinificare solo le proprie uve e di uscire sul mercato con Franciacorta millesimati. Il Diamant Pas Dosé non fa eccezione e la versione 2016 è ampia e dolce nei profumi di frutta tropicale e cremosa chantilly, che graffia un po' il palato, ma si fa perdonare dall'incedere goloso e sapido.
(ns)
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