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VINEXPO 2005: SALTA LA PARTECIPAZIONE COLLETTIVA DELL'ITALIA. L'ISTITUTO PER IL COMMERCIO CON L'ESTERO (ICE) ABBANDONA IL SALONE DI BORDEAUX. MOTIVO? AREA FIERISTICA TROPPO DISCRIMINATA, SOTTODIMENSIONATA E SPEZZETTATA

Italia
Niente Bordeaux per la cantine italiane

“L’Istituto per il Commercio con l'Estero (Ice) ci informa oggi, a sette settimane dall’apertura dal Vinexpo 2005 di Bordeaux, che ha deciso di non organizzare il padiglione nazionale. Vi informiamo, pertanto, che lo spazio assegnato all’Ice verrà riservato, per le prossime due settimane, così da poter essere riassegnato alle regioni italiane che prendono parte tradizionalmente al Padiglione Italiano. Siamo a vostra disposizione per aiutarvi a preparare la vostra partecipazione …”: è questo il testo della e-mail, firmata dal direttore esecutivo di Vinexpo, Robert Beynat, che questa mattina raggiungeva diverse istituzioni che avrebbero partecipato al Vinexpo di Bordeaux nella collettiva italiana coordinata dall’Istituto per il commercio estero.

Una doccia gelata proveniente direttamente da Bordeaux: a Vinexpo hanno pensato bene di giocare d’anticipo sull’Ice nella comunicazione, nel timore di trovarsi con una discreta superficie invenduta. Dall’Ice filtra la conferma della notizia. Il consiglio di amministrazione, d’accordo con il Ministero, si è pronunciato: l’Italia non può essere relegata in un’area così discriminante, sottodimensionata e spezzettata come quella proposta. In altre parole, la dislocazione del Padiglione Italia non è considerata consona all’importanza del nostro Paese nel panorama vitivinicolo mondiale. Viene sottolineato, inoltre, che le trattative tra l’Ice e Vinexpo sono iniziate ben un anno e mezzo fa per ottenere un’area centrale della hall 1 per i 1.100 mq del Padiglione Italia. Un grande spazio dedicato al Progetto Origine, con la presenza accanto ai vini, dei territori e della cultura italiana, ai quali l’Ice avrebbe dato ulteriore risalto con iniziative collaterali di grande rilievo nella città di Bordeaux.

La situazione è precipitata quando in marzo l’area proposta non aveva le caratteristiche concordate. Prima di arrivare a questa grave decisione, secondo indiscrezioni, pare sia stata tentata invano una strada diversa tramite avvocati e ambasciate. Se la questione non verrà in qualche modo ricomposta, e ad oggi pare improbabile, gli espositori coinvolti con l’Ice che volessero partecipare comunque dovranno arrangiarsi da sé affrontando mille difficoltà e costi di gran lunga superiori, rassegnandosi pure ad avere una visibilità decisamente ridotta. Pare quantomeno strano e fuori dalle regole del business, che il Salone di Bordeaux non accontenti il suo principale cliente, che per di più rappresenta un Paese (temibile?) ai vertici della produzione mondiale.

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