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“VINITALY: 150.000 VISITATORI, UNO SU TRE VIENE DALL’ESTERO”. I COMMENTI: DA ANTINORI A TASCA D’ALMERITA, DALLA MASI A MARCHESI DI BAROLO … IL PRESIDENTE CASTELLETTI: “AZIONI DEL MONDO DEL VINO A SOSTEGNO DELLE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERREMOTO”

“Vinitaly 150.000 visitatori; uno su tre viene dall’estero (la cifra complessiva è di 45.000, da oltre 110 Paesi”. Lo comunica Veronafiere, che organizza il più importante salone internazionale del vino). L’edizione n. 43 è stata definita dagli espositori (4.250) “la più sorprendente e importante di sempre”.

In un bilancio di Vinitaly 2009, Piero Antinori - presidente della Marchesi Antinori e dell’Istituto vino italiano di qualità Grandi Marchi - ha affermato che “c’è stata un’ottima affluenza e molto interesse da parte degli operatori. Si può sicuramente affermare che abbiamo respirato un’atmosfera che si è rivelata migliore del previsto, con la sensazione che Vinitaly 2009 potrebbe rappresentare davvero un mutamento di rotta della situazione attuale”; Emilio Pedron, amministratore del Gruppo Italiano Vini (Giv) ha spiegato che “la crisi che tocca il vino è più da imputare ad un bisogno di riordino interno del settore piuttosto che alla situazione internazionale”; ottimo il consuntivo anche per Michele Bernetti della marchigiana Umani Ronchi, con “affluenza molto buona di operatori esteri, in particolare da Sud America, Australia, Canada, Taiwan, Hong Kong, Seul e Giappone”; contatti importanti, qualificati e autorevoli in particolare con Paesi Scandinavi, Cina per Anna Abbona della Marchesi di Barolo: “abbiamo registrato non solo entusiasmo, ma anche nessuna richiesta di abbassare prezzi e praticare sconti: segno di un mercato sano”.

“Vinitaly - secondo Gianni Zonin - si sta sempre più affermando come punto di incontro mondiale per il vino. Bene anche questa edizione, che ha dato fiducia agli imprenditori del vino italiani. In futuro sempre più importante il ruolo di Vinitaly World Tour nell’internazionalizzazione verso nuove nicchie di mercato”. “Con la situazione attuale - afferma Alberto Tasca d’Almerita, amministratore delegato della siciliana Tasca d’Almerita - era naturale aspettarsi un Vinitaly sotto tono invece si è confermata una fiera di business. Ho visto molti operatori esteri interessati a continuare ad investire per essere così pronti a ripartire nel momento della ripresa economica. Per quanto ci riguarda è stato il miglior Vinitaly di sempre”.

La rassegna è stata positiva anche per Castello Banfi di Montalcino che, con Enrico Viglierchio, ha evidenziato “l’ottima affluenza di operatori sia nazionali che esteri, questi ultimi in particolare provenienti da Europa e Asia. In calo, come era abbastanza prevedibile, gli Usa, anche se i nostri principali partner non sono mancati all’appuntamento”. Meglio del 2008 per Jacopo Biondi Santi che ha dichiarato di aver chiuso più contratti del 2008, grazie ai tantissimi operatori esteri presenti.

“In un momento di crisi economica - ha detto Pia Donata Berlucchi (Fratelli Berlucchi) - vedere una tale affluenza e importanza della presenza italiana ed estera, formata da importatori, rivenditori, comunque gente del settore enologico, era davvero fuori da ogni previsione: ancora più sorprendente il colloquio con queste persone, improntato a progetti, innovazioni, speranze ed ottimismo verso un futuro immediato. Un’iniezione di imprenditorialità che stimola l’intelletto e fa vedere in positivo”.

“Vinitaly - ha detto Fausto Peratoner, amministratore delegato della Cantina La Vis - non ha il potere di cancellare la crisi generale: nonostante questo c’è un forte segnale positivo per il futuro del vino: dagli Usa al Nord Europa, ai Paesi dell’Est, all’asia; i buyer di questi Paesi li abbiamo incontrati in fiera”. Per Sandro Boscaini, presidente della veneta Masi, Vinitaly è andato bene soprattutto “perché era evidente l’entusiasmo e la voglia di superare la crisi, che va monitorata ma di cui, oggi, conosciamo il perimetro. Per questo la situazione non è drammatica e non dobbiamo spaventarci. Certo abbiamo rilevato un calo di presenze di operatori provenienti dall’area della crisi (Usa, Inghilterra, Germania e Giappone), ma il nostro settore ne esce bene. Gli ultimi 3 anni - fa un’analisi Boscaini - sono stati imperiali per il business del vino per cui un ridimensionamento era nell’aria, ma l’entusiasmo di questo Vinitaly è un segnale che se ne può uscire e anche bene. In questi ultimi anni abbiamo vissuto sull’orlo del lusso di largo consumo. Ora i consumatori cominciano a dire “vorrei ma non posso”, mentre il vino resiste: un lusso di fronte al quale si può dire “vorrei e posso”.

“Sono proprio i momenti difficili che mettono alla prova le nostre convinzioni e i nostri valori - ha detto Vittorio Moretti, patron di Bellavista, Contadi Castaldi e Petra (Gruppo Moretti) - e dobbiamo avere l’audacia di andare avanti credendo nel progresso e nella crescita del settore vitivinicolo”. “La macchina organizzativa - ha detto Gianluca Bisol, direttore generale della Bisol - è riuscita a stupirci un’altra volta: mai avremmo pensato quest’anno di incontrare un pubblico professionale così numeroso, con grande interesse dall’estero sia da parte dei mercati storici, quali Usa, Europa e Sud America, ma soprattutto da Cina, Russia e Corea del Sud”. Antonio Motteran, direttore generale di Carpenè Malvolti, nella nostra stampa di Veronafiere, spiega che “abbiamo avuto incontri con i nostri importatori e distributori ed è emersa una situazione generale incoraggiante, perché nonostante una manifestata cautela i programmi commerciali di lavoro del 2009 risultano sostenibili e sostanzialmente in linea con il 2008. In questo momento è molto più importante occuparsi dei clienti e monitorare quotidianamente le attività in essere, piuttosto che preoccuparsi di una generale situazione negativa di mercato, che non deve assolutamente impedire la ricerca di nuove idee, nuove strategie e nuove opportunità di crescita”.

La nota stampa di Veronafiere chiude con la dichiarazione del presidente di Veronafiere che ha lanciato l’idea di mettere in campo “una profonda solidarietà ai produttori abruzzesi ed a tutta la Regione Abruzzo per il drammatico sisma che ha colpito la loro terra. A loro confermiamo la nostra disponibilità a farci promotori di azioni concrete a sostegno delle popolazioni così duramente colpite”.

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