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VINITALY 2005 - COLDIRETTI: AUMENTA DI 8 VOLTE IMPORT VINO DA CALIFORNIA (+670%). MA PER IL PRESIDENTE DI ITALIAN WINE & FOOD LUCIO CAPUTO “IL DATO E’ POSITIVO, MA OCCORRE GUARDARE OLTRE LE PERCENTUALI, LE BOTTIGLIE NON SONO POI COSI’ TANTE”

Italia
Lucio Caputo

Nel 2004 è aumentato di quasi otto volte (+670 %) il valore delle importazioni dagli Stati Uniti di vini californiani che diventano i più consumati in Italia tra quelli extracomunitari superando di gran lunga i Paesi emergenti sui mercati internazionali come il Cile, l’Australia e il Sudafrica. Lo rende noto, con preoccupazione, la Col diretti, per Vinitaly, dove è arrivata per la prima volta una bottiglia di vino cinese (Jinwangchao), nel sottolineare che il boom dei vini californiani è accompagnato da una flessione della Francia (-1%) che rimane, comunque, il principale fornitore dell’Italia con circa i due terzi del valore delle importazioni nazionali.
Secondo gli ultimi dati dell’Italian Wine & Food Institute, complessivamente - riferisce la Coldiretti - le vendite di vini californiani nel mondo hanno fatto registrare un aumento del 4,1% ammontando nel periodo gennaio-novembre 2004 a 17,4 milioni di ettolitri contro 16,7 milioni di ettolitri nel corrispondente periodo del 2003. Sul totale del prodotto commercializzato - precisa la Coldiretti - circa il 15,6% dei vini californiani e’ stato venduto in California, mentre il 67,9% e’ stato venduto negli altri stati degli Usa e il 16,5% è stato esportato all’estero. Se sul mercato statunitense l’Italia mantiene nel 2004, con un aumento del 4,2% nel valore delle esportazioni, la leadership di mercato davanti ad Australia e Francia, nel mercato nazionale deve contrastare la crescita, anche tra i giovani, dei vini californiani che potrebbe essere ulteriormente incentivata dal recente successo del film “Sideways”, un road movie tra i vigneti americani che è diventato un “cult” negli Stati Uniti e in Europa.
Il vino “made in Italy” può vincere la sfida lanciata da agguerriti concorrenti sul mercato nazionale ed internazionale se riuscirà a presentare negli scambi commerciali non solo un ottimo prodotto ma territori unici ed inimitabili fatti da paesaggi, clima e testimonianze artistiche e naturali uniche ha affermato il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni. Per competere sul mercato globale - ha precisato Bedoni - occorre esaltare le tante differenze che la produzione nazionale può offrire per contrastare l'omologazione e valorizzare le identità territoriali. Una necessità anche per confrontarsi con un nuovo importante protagonista del mercato agroalimentare mondiale come la Cina dalla quale la Coldiretti ha “esportato” per la prima volta una bottiglia di vino rosso Jinwangchao per metterla alla prova di esperti, sommelier e produttori del Vinitaly e valutare il potenziale di crescita dell’aggressivo paese asiatico. Infatti dopo l’ingresso nel Wto la Cina rappresenta una opportunità, grazie ad un aumento della domanda di interna di vino stimata intorno al 20-30% all’anno, ma anche una minaccia. Recenti studi evidenziano - conclude la Coldiretti - che la produzione cinese di vino è triplicata negli ultimi venti anni superando abbondantemente i tre milioni di ettolitri.

Importazioni di vino in Italia (valori in euro)
Paese, 2004, +/- % su 2003
Francia, 170.642.408, - 1,1
Spagna, 40.069.523, + 3,9
Portogallo, 14.540.253, +20,5
Stati Uniti, 8.381.528, +670
Germania, 4.110.049, +42
Cile, 2.434.390, +35,5
Australia, 1.625.531, +101
Totale, 253.200.102, +5,4
Fonte: elaborazione Coldiretti su dati Istat

Il commento - Lucio Caputo, presidente Italian Wine & Food

“Andiamo oltre le semplici percentuali - commenta Lucio Caputo, presidente dell’Italian Wine & Food - i vini californiani crescono in Italia, ma in termini di bottiglie si tratta di aumenti contenuti. Il dato non prende in considerazione solo e soltanto i vini rossi o da pasto, ma anche altre tipologie come gli spumanti o i vini aromatizzati. Certo la tendenza deve essere letta in maniera positiva, perché apre a importanti collaborazioni tra Italia e California fino a oggi impensabili. Il tutto a pieno vantaggio per i nostri vignaioli e per le fiere come il Vinitaly, che in futuro vedranno crescere il numero di operatori americani adesso che il Belpaese rappresenta uno sbocco sempre più attraente per le produzioni d’Oltreoceano”.

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