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VINITALY 2005 - IL MICROCHIP CHE AVVERTE QUANDO VENDEMMIARE: VISIONI DEL FUTURO SECONDO IL PROFESSOR ATTILIO SCIENZA DELL’UNIVERSITA’ DI MILANO

Italia
Attilio Scienza

Entrare in vigneto muniti di un “microchip molecolare” per verificare se è il momento di vendemmiare … non è fantascienza: si tratta del prossimo futuro, assicura il professor Attilio Scienza dell’Università di Milano. «Associare la viticoltura di precisione - afferma Scienza - alla proteomica, cioè allo studio della componente proteica del sistema metabolico della vite, che detto in altre parole è il prodotto dell’espressione del patrimonio genetico (genoma), può sembrare azzardato, ma è solo prematuro». A questa affascinante frontiera dell’enologia sarà dedicato un convegno il 9 aprile, intitolato “Tra vite e vino: scelte per la vendemmia e la vinificazione”, a cura della rivista L’Informatore Agrario. Certo le applicazioni pratiche non sono dietro l’angolo, eppure gli studiosi australiani coinvolti nel Progetto “Viticoltura per il nuovo millennio”, generosamente finanziato dall’Associazione delle industrie del vino australiano (GWRDC), hanno già ottenuto dalle prime verifiche sperimentali risultati molto positivi nel controllo della maturazione dell’uva attraverso lo studio dei geni coinvolti in questo importante processo. Ad oggi i sistemi disponibili per valutare la maturità dell’uva, per quanto accurati possano essere, lasciano ampio spazio ad una grande variabilità.

«Questa “variabilità ignorata” - continua Scienza - riguarda soprattutto parametri, quali i polifenoli o gli aromi, e ha costi molto elevati in termini di qualità non raggiunta. Affiancando la genomica funzionale alle tecniche già oggi disponibili, quali l’analisi multispettrale, radiometrica, spettroscopica e a ultrasuoni, sarà possibile utilizzare sensori molecolari per ottenere informazioni rapide e specifiche».

Un’altra area di applicazione delle tecniche diagnostiche basate sul Dna riguarda i processi di certificazione della filiera uva-vino, soprattutto nella parte a monte della vinificazione in cui le analisi tradizionali sono poco efficienti e tempestive. Si potranno certificare la provenienza e le caratteristiche qualitative dell’uva attraverso le espressioni di migliaia di geni in parallelo coinvolti nei processi di maturazione.

«Questi marcatori innovativi di maturità - spiega Scienza - valuteranno l’attitudine delle diverse uve che arrivano in cantina per i differenti obiettivi enologici, indirizzeranno le tecnologie di vinificazione per “progettare” il vino in funzione della composizione dell’uva». La maturazione è un fenomeno estremamente complesso da studiare in modo interdisciplinare.

«Il passaggio dell’uva al vino - conclude Scienza - rappresenta una “zona non condivisa” scientificamente che al contrario deve divenire un luogo di interazione dove si fondono le competenze viticole ed enologiche attraverso un nuovo approccio genetico-molecolare».

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