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VINITALY 2005 - IL VINO CHE PIACE AI CINESI? SENZA DUBBIO QUELLO ROSSO. IL CASE HISTORY DI ZONIN TRA IMPENNATE E SABBIE MOBILI BUROCRATICHE

Chi ha paura della Cina? Non certo i produttori di vino italiano che, anzi, sperano di trovare da quelle parti una nuova frontiera del “made in Italy”. I presupposti, a dire il vero, non mancano. La Cina è, ad oggi, uno dei mercati in maggiore espansione e il comparto vinicolo non fa eccezione. Certo si tratta di un terreno relativamente vergine (fattore che ha permesso un incremento del 131% in un anno), tutto da scoprire e dunque denso di insidie. A fotografare la realtà cinese, indagandone le prospettive di sviluppo, è servito l’incontro, a cui hanno partecipato Lu Chi Son, giornalista e scrittore di vino in Cina, e Massimo Tuzzi, area manager della Zonin.

“A dire il vero - attacca Lu - il mercato del vino in Cina, pur se potenzialmente enorme, è al momento risibile. Si consideri che su 100 bottiglie di alcolici consumate, solo una è di vino. Certo, c’è un buon numero di nuovi ricchi, affascinati dallo stile di vita occidentale, che si sta avvicinando al vino. Un dato che fa ben sperare, anche in virtù delle politiche governative tese a favorire il consumo di vino a scapito di birra e super alcolici”.

Riguardo i gusti dei cinesi, chi volesse tentare le vendite nel paese della “Grande Muraglia”, deve tener conto di alcuni fattori chiave. I cinesi prediligono il rosso (e non solo per questioni politiche …), un vino che ben si abbina alle preparazioni con la diffusissima salsa di soia e ricco di tannini che ricordano quelli de tè. Difficile convincerli invece a sopportare le acidità dei bianchi, che peraltro vanno serviti a temperature mal tollerate (da qui la repulsione per spumanti e bollicine), mentre un buon successo potrebbero avere i vini ambrati, come il Marsala, cromaticamente simili al cinese vino giallo.

Tornando alle strategie di mercato, didattico oltre che molto interessante, la “case history” Zonin, in Cina dal 1995. “da allora - spiega Tuzzi - abbiamo vissuto momenti di alti e bassi, dove non sono mancate le soddisfazioni come gli intoppi di vario genere. I più rilevanti? La burocrazia e la difficoltà di legarsi ad un partner distributivo di buon livello”.

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