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VINITALY PUNTA SUI MERCATI INTERNAZIONALI: QUELLO EU E QUELLO USA RESTANO I PIU’ IMPORTANTI PER IL VINO ITALIANO, MA L’ATTENZIONE E’ ANCHE AI MERCATI EMERGENTI COME INDIA, E RUSSIA. OTTIME PROSPETTIVE ANCHE PER QUELLO CINESE

I principali mercati di riferimento rimangono sempre gli Stati Uniti e l’Europa, con Inghilterra e Germania in primo piano, ma l’attenzione del mondo del vino si sta anche progressivamente orientando verso quei paesi un tempo considerati al margine delle tradizionali “rotte commerciali”. Paesi che oggi sono in grado di rappresentare invece una valida soluzione scaccia-crisi. Ne è convinto Veronafiere, che, con Vinitaly, la più importante rassegna del vino italiano, da tempo, ha spostato la propria attenzione verso i cosiddetti mercati emergenti: India e Russia, senza dimenticare le immense potenzialità del mercato cinese. In quest’ottica VeronaFiere, con Vinitaly, ha stretto un accordo pluriennale con Unione Italiana Vini, Federvini, Ice e BuonItalia per sostenere l’internazionalizzazione e la formazione delle aziende italiane all’estero attraverso un programma di investimenti da 140 milioni di euro fino al 2010. Un vero e proprio patto di ferro per promuovere il nostro vino nel mondo attraverso l’organizzazione di una serie di “tour” nei principali mercati di riferimento e in quelli emergenti. "In quest’ottica Veronafiere, con Vinitaly, ha creato un sistema integrato per la promozione organica sui mercati esteri per 365 giorni l’anno, attraverso un accordo pluriennale con Unione Italiana Vini, Federvini, Ice e BuonItalia per sostenere l’internazionalizzazione e la formazione delle aziende italiane", ha sottolineato Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere.
Il programma completo di “Vinitaly Tour 2006” è stato presentato oggi nel focus dei Paesi che saranno coinvolti nel “business tour”. Dopo Usa, Russia, Cina e India, Vinitaly aggiunge quest’anno una nuova tappa al suo tradizionale tour promozionale nei più importanti mercati mondiali: si tratta del Giappone, che sta confermando il suo crescente interesse verso l’import di vini di qualità. Prima tappa sarà la Russia, con Vinitaly Russia a Mosca il 25 e 26 maggio e a San Pietroburgo il 27 maggio. Il mercato russo sta dimostrando un grande interesse per il vino, con un incremento dei consumi negli ultimi 10 anni del 70%. La richiesta di vini italiani, che occupano una nicchia di alta qualità, cresce a un ritmo del 20-40% l’anno, ma i nostri produttori hanno sviluppato solo il 10% delle proprie potenzialità. Sarà poi la volta di Vinitaly Us Tour, il 24 ottobre a Chicago, il 26 a Los Angeles e il 27 a Las Vegas. Quello americano è un mercato consolidato, che ha toccato quest’anno 1 miliardo di dollari (per 2 milioni di ettolitri, con un incremento dell’11,5% in valore), e che vede l’Italia al primo posto tra i Paesi importatori di vino; ciò non toglie che le nostre aziende abbiano ancora grandi potenzialità di sviluppo, sia perché proprio qui è stato inventato il concetto di “made in Italy”, sia perché entro il 2008 gli Usa saranno il primo mercato al mondo per consumo di vino.
Terza tappa dell’anno in Giappone, per il primo Vinitaly Japan, in programma il 21 novembre a Tokio. Qui l’Italia rappresenta uno dei principali esportatori e gode di un alto “market share”. Secondo gli analisti, il mercato giapponese potrebbe raddoppiare nel giro di 5 anni. Intanto, negli ultimi tre anni le importazioni sono cresciute del 6,9% e l’Italia, tra il 2001 e il 2004, si è portata al 16,1% delle importazioni totali. A Shanghai dal 23 al 25 novembre si svolgerà Vinitaly China, per presentare, a quello che è considerato il più interessante mercato del momento, vini e prodotti tipici italiani.
Un evento reso possibile anche in virtù della recente collaborazione siglata da Veronafiere con Cibus Fiera di Parma. Secondo le stime del World Wine Industry Association, le vendite nel prossimo futuro aumenteranno in Cina del 35%. Infine l’India, con Vinitaly India, è la prima tappa del 2007. Programmata per gennaio del prossimo anno toccherà Mumbai e New Delhi, i due più grandi mercati di consumo del vino nel Paese. La crescita economica indiana fa da traino anche allo sviluppo della richiesta di vini dall’estero; la presenza di vini internazionali è infatti aumentata del 30% nell’ultimo decennio, nonostante gli alti costi che pongono il prodotto tra i beni di lusso, e la crescita continua al ritmo del 22% annuo.
Anche qui il “made in Italy” gode di un’ottima reputazione, ma per garantire la competitività del vino italiano bisogna favorire, oltre che la promozione, i processi di formazione all’estero per avere in loco persone (ad esempio chef) che sappiano comunicare adeguatamente la qualità della nostra enologia.

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