02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

VINO & CONSORZI: IL PRESIDENTE DEL “BOLGHERI”, NICOLO’ INCISA DELLA ROCCHETTA, CHIAMA, PER LA “RIFONDAZIONE” DEL FAMOSO TERROIR TOSCANO, IL MANAGER GIAMPIETRO COMOLLI

A 20 anni dal riconoscimento della doc ed a 10 anni dalla modifica del disciplinare di produzione del “Bolgheri”, in cui è stata inserita e riconosciuta la sottozona “Sassicaia”, il Consorzio sente la necessità di un forte aggiornamento e di studiare un nuovo progetto: “sarà una modifica della doc o la scelta docg - spiega dice il presidente marchese Nicolò Incisa della Rocchetta - oggi non si può dire.

Sarà Giampietro Comolli a raccogliere le idee dei produttori e stendere una ipotesi di lavoro”.

“Il Consorzio - spiega Comolli - rappresenta la totalità dei produttori storici della doc Bolgheri, ma molte nuove e forti realtà imprenditoriali sono arrivate in zona negli ultimi anni con idee e proposte innovative e con investimenti significativi, impegnati tutti a sviluppare una vocazione territoriale non solo enologica. Il territorio vitato è passato da 300 ettari nei primi anni ’90 agli attuali 900, diversi vigneti non sono ancora in produzione e sono stati introdotti vitigni nuovi: una crescita significativa che triplica le potenzialità produttive e amplia le tipologie e le caratteristiche dei vini cui si deve garantire una carta di identità territoriale e una riconoscibilità per il consumatore. Inoltre, lo studio di zonazione ha fornito primi risultati utili, ma sicuramente non esaustivi e non riferibili alle nuove aree vitate pertanto è fondamentale continuare il monitoraggio di un territorio che ha visto crescere diverse imprese, piccole e grandi, proprio nell’ottica della ricerca e della innovazione di vini di qualità, ormai conosciuti in tutto il mondo.
Il Consorzio, dunque, considera fondamentale individuare un nuovo progetto che metta insieme l’innovazione produttiva, la crescita delle imprese, i nuovi marchi e la tutela della origine territoriale, seppur con tutte le differenzazioni che la zonazione viticola ha dimostrato”.

“E’ un’altra sfida che mi piace affrontare - dice Giampietro Comolli, che, dopo la parentesi da manager in imprese in Trentino e in Lombardia, ritorna ai Consorzi di tutela - e la doc Bolgheri non ha bisogno di essere valorizzata, deve semplicemente diventare un esempio di come i vini di qualità devono innovarsi con continuità, sotto controllo analitico, sperimentale e di mercato. A Bolgheri ogni azienda è un marchio forte con vini “da oscar”, ogni impresa lavora per migliorare la qualità e per raggiungere obiettivi di garanzia per il consumatore. In un momento in cui molti vini italiani sono di altissima qualità, l’eccellenza e i porta bandiera del “made in Italy” devono dare ancora di più, in immagine globale e in stile. Ecco uno dei miei primi obiettivi: lo stile Bolgheri e, di conseguenza, il valore globale dei vini di qualità che ha un peso ben diverso dal solo e semplice calcolo del prezzo commerciale. Senza dimenticare i grandi territori limitrofi e i vini igt Toscana - i “supertuscans” - prodotti da molte imprese e diventati il simbolo della nuova e innovativa enologia italiana che continua a primeggiare nelle degustazioni mondiali”. “Se queste sono le premesse - chiude Comolli - la creazione della nuova piramide della denominazione Bolgheri sembra già cosa fatta e la valorizzazione del cuore pulsante e centrale della Costa degli Etruschi la prima naturale conseguenza dell’impostazione enologica”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli