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LA CURIOSITÀ

Vino e tappi, il “cervello” preferisce quello di sughero a quello a vite

Studio del Centro di Ricerca di Neuromarketing “Behavior and Brain LabIULM” di Milano per Apcor, che riunisce i produttori di sughero del Portogallo
APCOR, NEUROMARKETING, SUGHERO, TAPPI, Italia
Vino e tappi, il “cervello” preferisce quello di sughero a quello a vite

Il tappo è un elemento fondamentale per il vino, sia per la sua conservazione, che per il marketing. E, a quanto pare, il “cervello” preferisce quello di sughero a quello a vite. O, per meglio dire, l’apertura di una bottiglia di vino con tappo di sughero naturale genera sempre percezioni positive superiori rispetto ad una con tappo a vite. A dirlo uno studio condotto dal Centro di Ricerca di Neuromarketing “Behavior and Brain LabIULM” di Milano, su incarico di Apcor, associazione portoghese che riunisce i produttori di sughero.
“Scopo dello studio - spiega Vincenzo Russo, coordinatore del centro di Ricerche di Neuromarketing dello Iulm di Milano - era quello di analizzare come cambia la percezione del vino partendo dalle due diverse tipologie di chiusura, come il loro differente suono influisca sulla predisposizione alla degustazione e quale impatto emotivo l’ascolto o la vista di uno dei due diversi tappi produce nei soggetti coinvolti”. Sono state prese a campione 32 persone di diverse fasce d’età (dai 20 ai 65 anni), titolo di studio, professione, reddito e abitudini di consumo di vino.
A differenza di altre metodologie di ricerca, il neuromarketing misura la reazione emotiva dei consumatori con strumenti e tecnologie sofisticate: l’encefalogramma ha consentito di stimare l’attivazione cognitiva, l’eye tracker l’attenzione visiva, e la misurazione della micro-sudorazione della pelle ha permesso di misurare l’indice di attivazione fisiologica ed emotiva.
Lo studio si è svolto in due diverse fasi. Nella prima il campione è stato sottoposto a due tracce audio che riproducono l’apertura di una bottiglia con tappo di sughero e a vite, e due video che mostrano una persona mentre apre una bottiglia chiusa con le due diverse chiusure. La reazione verso i quattro differenti stimoli ha portato in tutti i casi, senza mai ricorrere all’assaggio, a una preferenza verso quelli che rimandavano all’apertura della bottiglia con tappo di sughero.
Nella seconda fase il campione è stato invece suddiviso in due gruppi, nuovamente sottoposti ad ascolto e visione dell’apertura di una bottiglia chiusa con tappo di sughero e a vite, seguiti in questo caso dall’assaggio del vino contenuto nelle due bottiglie. Queste ultime, nonostante avessero due tipi di chiusura differenti, contenevano al loro interno lo stesso vino, ma con una differente maturazione data dal tipo di chiusura che influisce sull’evoluzione del contenuto della bottiglia.
Al primo gruppo è stata data una miscela composta per metà da vino proveniente dalla bottiglia chiusa con tappo di sughero e per metà con vino tappato con chiusura a vite. Il secondo gruppo ha invece sempre bevuto il vino proveniente dalla bottiglia corrispondente allo stimolo (vino proveniente dalla bottiglia chiusa con il sughero dopo l’ascolto /visione dell’apertura del tappo di sughero, e vino contenuto nella bottiglia chiusa con il tappo a vite dopo lo stimolo corrispondente).
Anche i risultati di questa seconda fase hanno mostrato una netta preferenza verso il vino chiuso con il sughero o, per il gruppo che ha assaggiato il vino mischiato, verso il vino dichiarato come tale.
“In questa prima fase ci siamo focalizzati su consumatori medi - afferma Carlos Manuel Veloso dos Santos, dg Amorim Cork Italia, divisione del colosso Amorim Cork, azienda portoghese leader per la produzione e vendita di tappi di sughero - ma in futuro vorremmo fare uno studio simile anche sui professionisti del settore, come per esempio i sommelier. Vorremmo inoltre analizzare come cambia la percezione di uno stesso vino con tappo di sughero più lungo o più corto”.

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