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Vino & mecenatismo: il restauro della millenaria Abbazia benedettina di Sant’Eustachio, a Nervesa della Battaglia (Treviso), da parte di Giusti Wine, premiata come “Miglior iniziativa sociale 2016” dalla rivista “Vini & Consumi”

Non sono rare, per fortuna, le occasioni in cui il vino, con le sue imprese più virtuose, si prende cura del patrimonio artistico del Belpaese. Tra i tantissimi e lodevoli casi, c'è anche quello della i Giusti Wine, realtà fondata dall’imprenditore italo-canadese Ermenegildo Giusti, con Tenute che vanno dalle colline del Montello fino alla Valpolicella Classica e alla Val d’Illasi (www.giustiwine.com), che, nel 2016, come già riportato da WineNews (https://goo.gl/V6gOMe) ha annunciato un investimento di 1,8 milioni di euro per restaurare e salvare le vestigia storico-architettoniche dell’Abbazia di Sant’Eustachio, monastero benedettino fondato nell’Anno Mille, andato distrutto nella Battaglia del Solstizio nella Prima Guerra Mondiale, e da allora lasciato andare in totale abbandono, nonostante che tra il Cinquecento e il Seicento divenne un importante polo culturale, ospitò, tra gli altri, Pietro Aretino, Giovanni Della Casa che vi compose il celebre “Galateo”, e la poetessa Gaspara Stampa, e, tra il 1744 e il 1819, diventò anche un’importante azienda agricola retta da esperti e studiosi evitando così le soppressioni napoleoniche di inizio Ottocento. Iniziativa che, a Cibus Connetc, a Fiera di Parma, nei giorni scorsi, è stata premiata come “Miglior iniziativa sociale realizzata dal mondo del vino italiano nel 2016” dal magazine specializzato “Vini & Consumi”.
“L’assegnazione di questo premio ci conforta nel lungo cammino per la messa in sicurezza dell’Abbazia - ha commentato Ermenegildo Giusti - un vero e proprio tesoro dal punto di vista storico che continua a raccontarci momenti importanti e ancora poco conosciuti del vissuto di Nervesa e del Montello. Si tratta di un lavoro molto complesso, che svolgiamo in diretto coordinamento con le Soprintendenze e con l’Amministrazione comunale, e che siamo certi di completare entro il termine previsto dell’autunno 2018. Restituiremo alla Comunità una parte importante della propria Storia concludendo così un percorso di recupero che era iniziato con la messa in sicurezza dell’Eremo di San Girolamo, padre della Chiesa, ubicato nei pressi dell’Abbazia benedettina e già oggi pienamente usufruibile”.

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