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VINO & SALUTE - GLI ANTICHI EGIZI LO UTILIZZAVANO IN MEDICINA 5000 ANNI FA. A RIVELARLO UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ USA DELLA PENNYSILVANIA

Il vino era già utilizzato cinquemila anni fa in medicina dagli antichi egizi che usavano arricchirlo con erbe e resine secondo i ricercatori dell’Università di Pennsylvania del Museo di Archeologia e Antropologia. A dirlo il rapporto del gruppo di ricerca, guidato da Patrick E. McGovern, pubblicato negli “Atti dell’Accademia Nazionale di Scienze” (Pnas-13 aprile).
Gli archeologi hanno analizzato con tecniche di biologia molecolare vasellame e anfore risalenti a un periodo che va dal VI al IV secolo a.C. rinvenuti nella tomba del faraone Scorpione I, rivelando la presenza di molti composti organici assorbiti dalle giare e dalle anfore. Così gli archeologi sono risaliti alla presenza di una serie di erbe aromatiche come salvia, rosmarino, coriandolo, balsamo, menta e resina di pino.
Secondo gli esperti, nelle stesse anfore, c’erano pure tracce di vino per cui l’ipotesi più verosimile è che nell’antico Egitto, già nel 3150 a.C., le persone producevano vino aromatizzato con probabili finalità terapeutiche.
“Questi risultati forniscono una prova diretta di natura chimica che gli antichi Egizi utilizzavano rimedi medicinali biologici - conclude McGovern - fatto che prima di questo studio poteva solo essere documentato in modo confuso e non definitivo attraverso i testi dei papiri medici risalenti ad un’epoca, però, molto più recente, ovvero intorno al 1850 a.C.. Il raffinamento ulteriore delle tecniche analitiche consentirà di rilevare anche altri composti usati nel vino”.

Focus - E la Coldiretti ci ricorda che … Gli effetti positivi per la salute del consumo moderato di vino
Gli effetti positivi per la salute del consumo moderato di vino sono stati confermati da numerosi studi scientifici, come negli Stati Uniti, dove è stata addirittura data la possibilità a un produttore di indicare sulle etichette del proprio vino il contenuto di “resveratrolo”, un importante antiossidante con effetti benefici sull’apparato cardiovascolare. È soprattutto il resveratrolo, presente in particolare nel vino rosso, la sostanza che ha l’influenza positiva sulla salute che va sotto il nome del rinomato “paradosso francese”. Si tratta - spiega ancora Coldiretti - della dimostrazione di come i francesi non soffrano di malattie cardiovascolari nonostante i consumi di cibi grassi che vengono “combattuti” dai polifenoli disciolti nel vino.
Recenti studi medici hanno stabilito che il consumo prolungato di vino determina sostanziali modificazioni strutturali a carico di componenti del sangue: i globuli rossi, le piastrine e altri fattori della coagulazione, provenienti dal sangue di soggetti considerati “bevitori abituali”, hanno una resistenza superiore nei confronti di stimoli ossidativi rispetto alle cellule sanguigne degli astemi. Altro filone di ricerca è quello sulle proprietà anti-invecchiamento, con prove preliminari che dimostrano come, nel vino, vi sono delle componenti in grado di ritardare l’invecchiamento delle cellule.
Gli ambiti della ricerca - evidenzia la Coldiretti - sono molti altri ancora: dalla cosmesi, alla chirurgia plastica, dalla prevenzione dei tumori (il consumo di tre bicchieri la settimana ridurrebbe sensibilmente il rischio di tumori al colon per una percentuale del 68%), alla prevenzione delle malattie cardiovascolari (il rischio di infarto tra gli abituali consumatori di vino rosso si riduce del 30%). E ci sono interessanti prospettive di studio anche sugli allergeni: il potenziale allergenico di alcune sostanze nel vino viene annullato sorprendentemente, mentre è noto il potere antistress dovuto alla presenza della melatonina, un neurormone che svolge un ruolo importantissimo nella regolazione dei ritmi circadiani (sonno-veglia) che influenzano l’umore.

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