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EXPORT ENOICO

Vino sfuso, Spagna ed Italia leader dell’export, Germania, Uk e Francia guidano le importazioni

L’analisi della World Bulk Wine Exibithion di Amsterdam, in novembre. Giù le scorte dei varietali più popolari, in attesa della fine della vendemmia
VINO SFUSO, WORLD BULK WINE EXIBITHION, Mondo
Crescono i prezzi del vino italiano

Mentre l’emisfero Nord del mondo, ovvero la metà del pianeta che produce più vino in assoluto (grazie, in primis, ad Italia, Spagna e Francia, i tre maggiori Paesi produttori, ma non solo), sono in piena vendemmia, e ci si aspetta una vendemmia decisamente più abbondate, in quantità, sulla 2017, il commercio enoico mondiale non si ferma. E se la maggior parte del vino viaggia da un capo all’altro del mondo in bottiglia, emerge che il 40% dei volumi esportati è di vino sfuso, per un valore intorno ai 3 miliardi di euro. Con le spedizioni di sfuso che, tra marzo 2017 e marzo 2018, hanno fatto segnare una crescita del 9,4% in valore e del 4,5% in volume sul 2017. A dirlo i dati della World Bulk Wine Exibithion, edizione n. 10 di scena ad Amsterdam il 26-27 novembre, e riportati dal magazine specializzato “The Buyer”. Nel dettaglio, la Spagna è il primo Paese esportatore, con una crescita del 27% in valore, a quota 660 milioni di euro (ed un prezzo medio al litro di 54 centesimi di euro, +27,4%), seguita dall’Italia, a 407 milioni di euro e +5,2% sul 2017 (a quota 80 centesimi al litro, +15%). E questo, nonostante entrambi i Paesi abbiano visto un calo nei volumi, leggero nel caso della Spagna, a -0,3% per 12,2 milioni di ettolitri, più sostenuto per l’Italia, a -7,5%, a quota 5 milioni di ettolitri. Tra i Paesi importatori, il primo mercato in valore è la Germania, a quota 570 milioni di euro (+16,5%), seguita dal Regno Unito a 555 milioni di euro (+17,8%), e dalla Francia, che ha registrato la maggior crescita in assoluto (+28%) raggiungendo quota 335 milioni di euro. I tedeschi sono anche i primi importatori di vini sfusi in quantità (8,8 milioni di ettolitri), seguiti dalla Francia (6 milioni di ettolitri) e dal Regno Unito (5,2 milioni di ettolitri). Un quadro economico generale, all’interno del quale si muovo i diversi varietali. E dopo una vendemmia molto scarsa, come la 2017, per alcuni vini le scorte scarseggiano, soprattutto nelle fasce di primo prezzo, in particolare per Shiraz, Cabernet Sauvignon e Merlot, tra i rossi, e Sauvignon Black, Chardonnay e Pinot Grigio tra i bianchi. E anche per questo, i produttori guardano alla vendemmia in corso con grandi speranze ed aspettative.

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