Non è un segreto che il più grande vino del mondo antico fu il Falernum, prodotto nel cosiddetto ager falernus, cinque comuni nella parte settentrionale del casertano. La Doc Falerno del Massico è arrivata nel 1989 ma per una dozzina di anni i vini non ispiravano gli stessi elogi espressi da Plinio. La rinascita recente della viticoltura e l’enologia del casertano però è un fenomeno molto gratificante, incarnata nelle molte ottime bottiglie. Un Falerno che merita molta attenzione è quella di Giovanni e Benito Migliozzi di Carinola, uno dei cinque comuni dell’ager. I fratelli, prima frutticoltori, hanno deciso nel 2004 di buttarsi nel campo del vino in bottiglia e i risultati hanno confermato in modo strepitoso che gli scrittori classici avevano pienamente ragione. Gli ettari vitati sono cinque e i vitigni sono quelli che hanno dato il nuovo lustro alla zona: Aglianico (il 70%), Piedi Rosso (il 20%) e, sorprendentemente, Primitivo (il 10%). Da buoni agricoltori i fratelli sanno che bisogna piegare la schiena e il sistema di allevamento è classico Guyot basso; basse sono anche le rese. Il lavoro in cantina è aiutato da Sebastiano Fortunato, bravissimo professionista campano. Il Falerno del Massico Rampaniuci 2011 dimostra tutta la personalità del Falerno fatto a regola d’arte: intensità, struttura, dolcezza di frutto e la grande mineralità che conferiscono questi suoli vulcanici.
(Daniel Thomases)
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