Bella e moderna la cantina, emozionante il contesto naturale, buonissimi i vini, deliziosi i titolari… Quante volte, ad esser sinceri, si riesce a mettere in fila tutte queste perle? Di quanti produttori si potrebbero dire le stesse cose? Ma tutto corrisponde al vero: anche se non è poi da così tanto tempo, a dirla tutta, che Martin e Marlies si sono buttati a capofitto nell’esperienza, rimettendo le mani sui vecchi appezzamenti di famiglia. Era il 2011, infatti, quando il loro cambiamento di vita è stato radicale, rendendo questa coppia di neo-viticoltori uno dei riferimenti della strada del vino di Appiano, nonostante i tanti mostri sacri che lì operano sempre al meglio. Quattro piccole parcelle a fornire l’uva: con la vigna più vecchia, In der Låmm, collocata a 500 metri d’altitudine su terreni morenici di quarzo e porfido, comprensiva anche di filari di pinot bianco di oltre sessant’anni; la più alta, però (550 metri), è l’Am Reinsberg, con pinot bianco e pinot nero. Una viticoltura atta a salvaguardare l’ambiente, in primis, quindi una produzione di gran livello: in continua evoluzione e sperimentazione fra aromi, legni, macerazioni o sosta sulle fecce fini. Tanti i campioni proposti, ma una carezza va all’Upupa Rot, da uva schiava: fresco, mosso al naso da violetta, spezie, ribes e ciliegia. Tal quale al palato, con l’aggiunta di una sapidità goduriosamente dinamica.
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