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WINE IN NEW YORK, ISTRUZIONI PER L’USO: DALLA COSTRUZIONE DEL BRAND AI TREND DA SEGUIRE CON ATTENZIONE NELLA RISTORAZIONE DELLA GRANDE MELA, PIAZZA TOP DEGLI USA, PIÙ IMPORTANTE MERCATO STRANIERO PER IL VINO ITALIANO. CON “VINITALY TOUR”

Come gli Usa sono il mercato straniero più importante per il vino italiano, così New York è la piazza più importante in America, almeno per l’immagine. Ed è fondamentale, per i produttori, sapere come si costruisce la propria brand reputation nella Grande Mela. Tema al centro del seminario di “Vinitaly Tour” (www.vinitalytour.com), nei giorni scorsi a New York, con esperti, il wine merchant Paolo Domeneghetti di Domaine Select, Filippo di Belardino di Banfi Vintners, e Lisa Carley di “New York Wine Examiner”. Fondamentale, dicono, un marketing-mix in base al vino da promuovere, che deve avere una storia ad hoc e un target preciso. Come la formazione, non solo del pubblico, ma anche degli operatori. Come la presenza “fisica” del produttore sul mercato: eventi o cene con il produttore, dove al suo posto c’è un altro rappresentate della cantina, non funzionano. Importante, poi, riuscire a coniugare momenti di vendita delle bottiglie agli eventi, che devono essere esperienze indimenticabili per il pubblico. E poi, consigliano gli esperti, non invitare giornalisti “a caso” puntando solo sul numero, ma cercare contatti in base ai loro interessi e quello di cui scrivono. Come dire, “è la stampa, bellezza”. Ma molto del consumo di vino a New York trova posto in ristoranti e wine bar, più che a casa. E allora, quali sono i trend enoici della ristorazione newyorkese? Sicuramente spopola il vino al bicchiere, che “potrebbe essere utile anche per proporre vini di altissima gamma, altrimenti inavvicinabili per molti appassionati”, hanno detto alcuni dei protagonisti sul campo, come Tony May del celebre ristorante SD26, Billy Hayde, vicepresidente del distributore di “fine wines” Martin Scott, e Alessandro Lunardi, direttore vendite di Frescobaldi. Anche se la “dimensione” delle liste dei vini al bicchiere si va riducendo nel numero, sia perché la tipologia dei vini scelti cambia molto anche a seconda delle stagioni. Ma una cosa emerge chiara e forte: l’interesse per i vini da vitigni autoctoni. E i questo l’Italia non è seconda a nessuno.

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