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Wine Intelligence: il vino tricolore nel mondo fa rima con Italia, Toscana e Sicilia

Parte da questa premessa il nuovo progetto di comunicazione e promozione che sta per investire il vigneto siciliano, il più esteso del Belpaese
ANTONIO RALLO, SICILIA, VINITALY, WINE INTELLIGENCE, Italia
La Sicilia, la regione più vitata d’Italia

Le parole che hanno maggior valore sull’immaginario collettivo mondiale riferito al vino tricolore? Italia, Toscana e Sicilia. Parte da questa solida premessa, emersa dalle ricerche di Nielsen sul mercato tricolore e Wine Intelligence sui mercati Usa e Germania, presentate a Vinitaly dalla Doc Sicilia, il progetto di rilancio promozionale e di comunicazione che sta per investire la Sicilia enoica, guardando al futuro e cercando di prendere il meglio di modelli già affermati (come quello toscano). “La Doc Sicilia - spiega il suo presidente Antonio Rallo - ha raggiunto nel 2018 gli 80 milioni di bottiglie confezionate. Un traguardo importante, anche se non esaustivo, che ci dà la possibilità di investire sempre di più in promozione e comunicazione verso i nostri mercati di riferimento, a partire dall’Italia, che rappresenta il 50% del mercato, quindi Stati Uniti e Germania. Le ricerche ci aiuteranno - prosegue Rallo - a costruire piani di comunicazione e promozione sempre più efficaci per crescere ancora”. La Sicilia enoica, infatti, conta su un potenziale produttivo di 600 milioni di bottiglie che per ora è fermo a 230 milioni di bottiglie confezionate. Numeri importanti per una strada ancora lunga ma già costellata di risultati importanti.
“Sono 7.000 le aziende viticole sotto l’ombrello della Doc Sicilia, con 400 di loro che imbottigliano - afferma il presidente della Doc Sicilia - un risultato importante che premia tutto un territorio e un’intera Regione”. Che la Sicilia sia una specie di “continente enoico”, dalle molteplici differenze, a partire da quelle pedoclimatiche, è già un dato certo, possedendo una superficie vitata uguale a quella dell’intera Germania e 3 volte più ampia della Nuova Zelanda. Un enorme contenitore, capace però anche di declinare le sue peculiarità interne. “La Doc Sicilia porta in bottiglia tutto il vigneto Sicilia evidentemente - sottolinea Rallo - ma rende anche più riconoscibili le piccole denominazioni dei suoi territori unici come Noto, Vittoria, Menfi, Contea di Sclafani, solo per fare alcuni esempi “.
Non è certo possibile dimenticare l’enorme appeal dell’isola, che è il patrimonio più importante dal punto di vista dell’immagine e della comunicazione, visto che l’85% del campione mondiale misurato in varie ricerche dimostra di conoscerlo e apprezzarlo, anche se non sempre viene ricondotto al vino. In questo senso il modello Toscana, con la forza assoluta del suo brand regionale, resta un esempio. “In Toscana il turismo ha aiutato tantissimo il vino, noi siciliani - conclude Rallo</b< - siamo stati meno bravi nello sfruttarlo, forse è accaduto il contrario e cioè che il turismo ha sfruttato il successo del vino per svilupparsi”.
Ma anche l’assessore regionale Edy Bandiera all’agricoltura della Regione Sicilia, conosce e apprezza questo potenziale anche in funzione più generale e ribadisce l’impegno pubblico: “una Sicilia che registra trend di crescita importanti, con una sinergia pubblico-privato sempre più centrata, fruttuosa e vincente. Siamo la superficie vitata più estesa d’Italia, l’Ocm anche per la prossima campagna ci ha premiato, ottenendo il finanziamento più importante, confermandosi uno strumento attraverso il quale molte imprese viticole si sono ammodernate e sono cresciute, conquistando i mercati internazionali e consolidando le proprie posizioni su quello interno”.

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