Un vino del genere poteva nascere solo dalla mente vulcanica di Celestino Gaspari, il proprietario dell'azienda veneta Zýme in Valpolicella. Il Kairos ha dentro 15 tipi di uva, rosse e bianche, autoctone e alloctone. Un caleidoscopio viticolo che viene ripreso dall'etichetta-manifesto: un patchwork di colori che richiama la figura di Arlecchino e la presenza di una meridiana e di un orologio che rimandano al concetto del tempo esatto. Una sorta di Châteauneuf-du-pape all'italiana, per capirci. D'altronde il viticoltore di San Pietro in Cariano si è sempre distinto per zero formalismi e preconcetti. Prevalgono le uve rosse e ogni tipologia viene vendemmiata al momento giusto. Dalle prime alle ultime passano circa 40 giorni - ecco il concetto del tempo esatto - macerano assieme per quasi un mese e gli interventi di movimentazione sono minimali. Dopo la svinatura il vino passa in barrique per almeno due anni, Un unicum nel panorama enologico nostrano che all'assaggio tuttavia non si rivela inconsueto. Può contare di certo su uno spettro ampio di sentori e profumi, ma va detto che tutti questi riescono ad armonizzarsi con piacere. Troviamo così la ciliegia e la prugna che fanno eco a fiori di glicine, viola e mammola, con sfumature eleganti di caffè, pepe nero e china. Il palato punta su note di cacao ed amarene. Equilibrio, sapidità ed un tannino già evoluto lo rendono un'etichetta importante.
(Francesca Ciancio)
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