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COVID E COLLEZIONISMO

Fine Wine, l’Italia regge, trainata da Brunello di Montalcino e Barolo. I dati Liv-Ex

Nella coda di aprile 2020 al top per valori movimentati il Brunello Riserva 2012 di Biondi Santi ed il Barolo Monfortino Riserva 2013 di Conterno
BIONDI SANTI, BRUNELLO DI MONTALCINO, FINE WINE, ITALIA, LIV-EX, Mondo
Brunello Riserva 2012 Biondi-Santi, dedicato a Franco Biondi Santi

Il trend, nel mercato del collezionismo, è sempre quello: l’Italia che, sostanzialmente, tiene, con le sue grandi eccellenze, dal Barolo ai Supertuscan, al Brunello di Montalcino, e guadagna quote di mercato su una Francia che, pur rimanendo leader, continua a scendere. A dirlo i dati aggiornati al 30 aprile 2020 della piattaforma di riferimento Liv-Ex. Se nell’ultima settimana, tra i 5 vini del mondo che hanno mosso più valore ci sono il Brunello di Montalcino Riserva 2012 Biondi Santi ed il Barolo Monfortino Riserva 2013 Giacomo Conterno (dietro soltanto a nomi come Penfolds Grange con l’annata 2015, Petrus, con l’annata 1983, e Chateau Latour, con la 2010), nel complesso, il Belpaese, ha rappresentato il 22% del mercato ad aprile (dietro a Bordeaux, con il 41%).
Un dato che fa si che, nell’arco di un anno intero, con una crescita del 3,15% negli ultimi 12 mesi, l’Italy 100 -
indice dedicato alle migliori etichette del Belpaese, formato dalle ultime 10 annate fisiche (2007-2016) dei grandi Supertuscan, ovvero Sassicaia, Masseto, Ornellaia ed il “trittico” della famiglia Antinori, formato da Solaia, Tignanello e Guado al Tasso, e ancora dal Sorì San Lorenzo (annate dal 2006 al 2011 e dal 2013 al 2016), dal Barbaresco (dal 2007 al 2016) e dallo Sperss (2005-2011 e 2013-2015) di Gaja, e ancora dal Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (con le annate dal 1999 al 2002, dal 2004 al 2006 e poi 2008, 2010 e 2013 - sia l’unico in crescita insieme allo Champagne 50 (+1,68%), sebbene il mese di aprile, nel complesso, abbia visto il primo segno negativo dell’anno, con calo del -0,8%, che porta in terreno negativo la performance da inizio anno, seppur di un modesto -0,2%.
Molto meglio, comunque, dei cali tra il -2,6% ed il -4,6% degli indici dedicati ai grandi vini di Bordeaux e Borgogna, per esempio, e anche del Liv-Ex 100, l’indice di riferimento della piattaforma, che perde il -1,36% da inizio anno ed il 3,2% negli ultimi 12 mesi (e di cui fanno parte il Barolo 2014 di Bartolo Mascarello, il Barolo Villero 2013 di Brovia, lo Sperss 2013 di Gaja, il Barolo Riserva Monfortino 2010 di Giacomo Conterno, il Masseto 2014 e 2015, l’Ornellaia 2013 e 2015, il Sassicaia 2014, 2015 e 2016, il Solaia 2015 ed il Tignanello 2016 della Marchesi Antinori).

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