Solo vitigni autoctoni - Nerello Mascalese, Carricante e Catarratto - e grande attenzione alla sostenibilità, centrata sulla certificazione biologica: questi i capisaldi della produzione di Graci, azienda che ha contribuito alla rinascita enologica dell’Etna. La tenuta si estende complessivamente su circa 30 ettari, situati nell’area della Valle d’Alcantara. Le vigne sono suddivise in parcelle, a un’altitudine tra i 600 e i 1100 metri di altezza in Contrada Arcurìa, in Contrada Feudo Di Mezzo, in Contrada Muganazzi, in Contrada Santo Spirito e in Contrada Barbabecchi. Le vigne sono allevate quasi tutte ad alberello; molte sono ultracentenarie. Il corpo più vasto del vigneto, di circa 20 ettari, si trova in Contrada Arcurìa, una zona dal clima fresco e ventilato e dall’ottima esposizione. L’Etna Bianco Doc Arcuria 2022 - degustato in occasione dell’evento organizzato da Pellegrini Spa a Palazzo Ripetta a Roma - deve appunto il suo nome all’omonimo cru, situato nella frazione di Passopisciaro, sul versante Nord del vulcano. Nel bicchiere presenta un colore giallo tenue con nuance verdognole, mentre al naso offre sensazioni agrumate e fruttate di pera e mela, con una vena minerale intensa che vira verso sensazioni di scoglio marino. In bocca è fresco e scattante, con piacevole apporto sapido e di lunga persistenza. Da abbinare a tavola con antipasti di pesce affumicato, carni bianche e pesce alla griglia.
(Cristina Latessa)
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