L’ITINERARIO: LA VAL DI CEMBRA
Luoghi e d’emozioni nel “terroir” ideale del Muller Thurgau. Lavis è in piano, diciotto chilometri dalla rinascimentale Trento, la città del Concilio, che già ha suggerito fascino dal Castello di Buonconsiglio (sede del principe-vescovo, dove si ammirano gli splendidi affreschi, come il “Ciclo delle stagioni”: il castello è aperto tutti i giorni escluso il lunedì) all’affrescata piazza, dove svetta il candido Duomo. Ma imboccata la strada per Giovo la rivoluzione si compie. I tornanti seguono il profilo della Val di Cembra e le colline si arrotolano in un continuo aprirsi e chiudersi d’orizzonte a cui fa da inferriata la verticale di secolari abeti. Ecco la splendente goccia del lago di S. Colomba, quasi un cerchio disegnato dall’acqua sui primi alpeggi, ecco Lisignano. Poi Cembra. Il borgo sembra una casa di fate e dai pietrati finestrini di antichi edifici, con al centro la chiesetta di San Pietro (bella è anche la parrocchiale di Santa Maria e notevole il palazzo Barbi). Gli affreschi seicenteschi ingentiliscono l’austerità medievale della piccola chiesa però lasciano intatta la sensazione d’essere davvero in un piccolo mondo a parte. L’emozione più forte la si ha affacciandosi al di là del paese. Lì precipita in strettissima gola l’Alvisio che porta il ghiaccio fuso del gruppo del Sella tra guizzi di trasparenze verso l’Adige. Il fiume ha scavato le arenarie e ha compiuto l’architettura non retta della Val di Cembra. E’ il suo mordere la montagna che ha disegnato queste colline. L’uomo le ha a sua volta rimodellate. Lasciata Cembra e proseguendo verso Faver s’incontrano i giardini delle vigne. Sono un oceano verde, i terrazzamenti avvolgono quasi a spirale i colli, e le ultime pergole che paiono appese al cielo piuttosto che aggrappate alla terra sembrano la spuma di onde in perenne attesa di frangersi verso valle. Lo spettacolo dei vigneti della Val di Cembra è unico. Sono questi i “giacimenti” di una vitivinicoltura eroica perché per coltivare tra i cinquecento e gli ottocento metri di altezza si sale lungo ripide pietraie e si cavano i grappoli dai pergolati in equilibri precari.
Sarà forse anche per questa sacrificale fatica che i vini della valle, non solo il Muller, ma anche il Pinot Nero, e il gruppo delle Schiave e l’autoctona Nosiola, sono “vitali” e “preziosi”. E che qui la sacralità del coltivare è primo comandamento. Non un pezzo di terra è nudo: là le vigne, più in alto i piccoli frutti, più a valle i boschi. E’ un orto incantato che dà sapori genuini e allegri in cucina con le antiche ricette che le “Donne Rurali”, custodi di una tradizione domestica antica e anch”essa eroica, perpetuano. Tant’è che adesso i produttori di vino, ma anche i frutticoltori, hanno deciso di stringere una specie di patto territoriale per preservare la qualità dell’ambiente e dunque anche la genuinità dei prodotti agricoli e contemporaneamente aprire il territorio ad un turismo rispettoso e insieme capace di apprezzare il valore sia paesaggistico, che culturale della Val di Cembra. Valori che si esprimono attraverso i prodotti tipici ed un artigianato di montagna che offre al visitatore occasioni di shopping: dagli intarsi in legno, ai tessuti per finire con i prodotti agroalimentari. E pure la poca industria, quella della distillazione che la val di Cembra è un cru delle nostre grappe, rispetta. A veder sudare gli alambicchi al fuoco di legna pare di assistere ad un rito piuttosto che a un profitto. Ma la Val di Cembra è stata non solo ingentilita dagli agricoltori ma anche ferita dai cavatori, interi pezzi di montagne sono stati spolpati per costruire strade e case, per tirar fuori quello strano oro che è la pietra di queste parti. In compenso restano quei bagliori a rendere più affascinante la vista degli infiniti boschi mentre le pietre grigie dei tetti riflettono l’altopiano di Pinè che chiude la Val di Cembra. Sul Piné s’è concentrato un buon turismo, soprattutto di vacanzieri abituali attirati da alberghi e da agriturismi che offrono relax e comfort e di un nuovo antico modo di far vacanza, quello dedicato al contatto vero con la natura. Sull’altopiano infatti s’incontrano boschi, santuari e il lago Santo che è un altro specchio incantato e verso il quale s’inerpicano pellegrinaggi di naturalisti e di credenti. Ma l’erta più dura e stupefacente è quella che porta da Segonzano alle Piramidi. E’ un sentiero che sale prima dolce poi sempre più ripido costeggiando un ruscello fino alle terrazze da dove si ammirano queste guglie di terra sovrastate da enormi massi erratici. Pesano fino a venti tonnellate e non si sa come facciano a stare in equilibrio su queste esili stalattiti che dal fondo valle svettano per centinaia di metri. Sono il gotico della natura, uno spettacolo che toglie il fiato e non solo per l’erta. Per fortuna scendendo c’è un comodo chalet che rigenera, e un prato verde su cui posare la fatica. I geologi il fenomeno delle piramidi lo hanno ben spiegato ma c’è sempre qualcuno che è pronto a giurare che le abbiamo costruite o giganti o dèmoni. Ma se quella dei cembrani è giocosa autarchia culturale c’è parallela un’altra esclusività popolare. La si incontra scendendo verso la valle dei Mocheni, ultimi eredi di tribù germaniche calate in cerca di sole chissà quanti millenni fa. Le loro case, i loro costumi, i loro silenzi sono antichi come la loro origine. Vivono in un cortocircuito etnico. Chissà se anche il Muller Thurgau, venuto dalla Germania, ha attecchito qua in cerca di sole come i Mocheni, o come i Reti che coltivarono la vite nell'età del bronzo. A testimoniarlo resta una situla trovata a Cembra: il simbolo di questa terra di vino.
LA MOSTRA DEL MULLER THURGAU
Conviene spendere due parole sul Muller Thurgau, nel senso del vino non del signor Muller che questo vitigno ha “inventato” con un incrocio particolare tentato in zona renana ma straordinariamente attecchito sulla fascia sub tirolese. La Val di Cembra è per il Muller Thurgau una delle isole felici di produzione, tant’è che è diventata una denominazione “classica”. Questo vino è un bianco di buona struttura, leggermente aromatico, d’elevata acidità che ben si accompagna al pesce. D’annata è fresco, e dunque ottimo aperitivo, e persistente al naso, con un paio d’anni di bottiglia sviluppa aromi secondari che lo avvicinano alla mandorla amara. Si avvantaggia della coltivazione d’altura (qui i terrazzamenti, quasi tutti a pergola sono oltre i 500 metri) e dell’escursione termica. E’ vendemmiato un po’ in ritardo e ora in Val di Cembra a coltivarlo sono una decina di aziende. Al Muller Thurgau, la Val di Cembra dedica ogni anno una festa, la Mostra di Cembra, ospitata in Palazzo Barbi, antica dimora patrizia ora diventato vetrina dei prodotti tipici della valle.
Anche quest’anno, dal 7 al 9 luglio, tutti i maggiori produttori di Muller Thurgau italiani, svizzeri, francesi, austriaci e tedeschi presenteranno le loro bottiglie in degustazione. Ad accomunarli è il fatto di avere vitigni in altura dove questo incrocio tra l’'aromatico Riesling e il robusto Sylvaner offre il meglio di sé. Durante la festa si svolge anche la settimana gastronomica delle ricette tipiche della Val di Cembra (una cucina che è tra le più tradizionali del Trentino) che vengono realizzate dalle “donne rurali”, un’associazione tutta al femminile che conserva e perpetua le tradizioni della montagna trentina.
COME ARRIVARE IN VAL DI CEMBRA
Per arrivare in Val di Cembra, il mezzo più comodo è l'auto. Si percorre comunque l'Autostrada del Brennero con uscita al casello di Trento per chi viene da Sud e al casello di San Michele all’Adige per chi viene da Nord. Tre sono le strade provinciali che percorrono la Val di Cembra. La 71 che dai Forti di Civezzano conduce sulla strada della Valsugana, la 131 che è anche la “strada del vino” che da San Michele-Giovo porta nel cuore della Val di Cembra e la 76 che da Gardolo immette sulla 12 passando per Meano e Albino e porta a Lases. C’è poi un itinerario attraverso la statale 612 che da Lavis arriva al Castello di Fiemme con deviazione verso la strada delle Dolomiti.
In treno si arriva o a Trento o alla stazione di Pergine. Quindi autobus da e per Trento verso Cembra. Gli aeroporti più vicini sono Verona e Linate.
PER INFORMAZIONI
Apt di Cembra - Cembra - Tel. 0461/683110.
Comune di Cembra - Cembra - Tel. 0461/683018
Segreteria Mostra Muller Thurgau - Cembra - Tel. 0461/683110
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