02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

La gente mi chiede se ho paura di viaggiare da sola, o di notte, o di stare in hotel, o di mangiare nei ristoranti. La risposta è no, al momento mi spaventano solo le piccole zecche, che si trovano spesso tra i vigneti ...
di Carla Capaldo

La gente spesso mi chiede se ho paura di viaggiare da sola, o di notte, o di stare in hotel, o ancora si mangiare nei ristoranti da sola. La risposta è sempre: no! L’unica cosa che al momento mi spaventa è un minuscolo insetto più piccolo della capocchia di uno spillo. È una minuscola, praticamente invisibile zecca, che vive soprattutto sui cervi e sui topi bianchi di campagna, e che spesso porta il morbo di Lyme. Considerando quanto sia serio e difficile curare questa malattia, è sorprendente quanto poca gente in Europa la conosca.

Le zecche e le loro malattia sono diffuse attraverso l’Europa, e scendono in Italia dai Paesi del Nord-Est. In particolare, nel Carso e in parte del Friuli ce ne sono una quantità da epidemia, se le statistiche che ho visto su internet sono corrette.

Io sono venuta a conoscenza del morbo di Lyme venti anni fa, quando gli Stati del New England furono tra i primi a soffrire le sue terribili conseguenze. Molti componenti della mia famiglia e alcuni gruppi di amici hanno lottato contro questa malattia per anni.

Se vieni contagiato, può essere veramente, veramente difficile liberarsene.

I suoi sintomi sono molti, ma spesso consistono in una forte artrite, con dolori articolari e febbre. L’unica cura - ed è molto lunga - è quella di prendere enormi dosi di antibiotici per lunghi periodi di tempo.

Questa minuscola zecca (molto molto più piccola di quelle che associamo con i nostri cani e altri animali) è portatrice di malattie.

Spesso passa da un animale all’altro, aspettando il passaggio della prossima vittima nell’erba alta. Sulle spiagge di Martha’s Vineyard la scorsa estate, in Massachussett’s, abbiamo visto dozzine di cartelli che avvisavano la gente di non camminare nell’erba alta della dune di sabbia, perché si sapeva che c’erano le zecche. Coloro che vivono in zone dove si sa che ci sono le zecche, devono prendere precauzioni quotidiane.

Per esempio, mia sorella Isabelle vive vicino a Boston in una zona piena di boschi - e di zecche. A lei piace molto portare i suoi tre piccoli bambini e i suoi cani a fare lunghe passeggiate nei boschi. Per farlo veste i bambini con pantaloni lunghi, infilandoli nelle calze per fermare le zecche che sono abili a intrufolarsi. Appena torna a casa, toglie tutti i vestiti ai bambini e i suoi, e li infila nell’asciugatrice a caldo.

Ogni notte prima di mettere ai bambini il pigiama, li esamina dalla testa alla punta dei piedi, facendo scorrere le dita lungo di loro per scoprire ogni piccola escrescenza (le zecche a volte sono meno di 1 millimetro e sono attirate dalle zone calde e umide del corpo, incluso l’inguine). Se ne trova una (e questo accade regolarmente) usa le pinzette per toglierle. Poi disinfetta la zona. Sulla sua bambina di 7 anni, Iris, le zecche trovano la via di arrivare fino alle ascelle, o sotto l’attaccatura dei capelli. Suo figlio Joey è più fortunato, e non sembra attirarle.

Ero con Isabelle la scorsa estate in un piccolo villaggio sull’isola di Martha’s Vineyard. Avvisai una signora che aveva una larga macchia circolare su un braccio. “Guardi” le dissi, “che strano livido”. “Non è un livido” rispose, “ ma un morso di zecca”. Avvertimmo la signora, che era inglese e non sapeva nulla della malattia.

“Posso aspettare finchè non torno a Londra?” ci chiese. “No” rispose Isabelle. “Vada in ospedale il prima possibile, perché la malattia le è già stata trasmessa e deve iniziare gli antibiotici più presto che può”.

Sebbene nessuno sembra parlarne in Italia, ho scoperto che molte persone nel Collio conoscono gente che ha avuto la malattia.

Quindi per favore, leggete qualcosa a riguardo su internet (cercare su Google “Morbo di Lyme” dovrebbe essere sufficiente) e scoprite a cosa stare attenti.

E poi tirate su le vostre calze a andate a fare una lunga passeggiata nell’erba alta dei vigneti di fine estate.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli