“Le prime previsioni per la vendemmia 2011, stimate tra il buono e l’ottimo per qualità, in leggero calo per quantità, potrebbero essere riviste a ribasso sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo”. A smorzare gli entusiasmi che hanno contraddistinto le prime vendemmie, è Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi, che spiega come il caldo delle ultime due settimane di agosto abbia scalfito la tranquillità del ciclo della vite, “senza aver compromesso ancora niente, ma se il mese di settembre fosse segnato dal caldo eccessivo, o da piogge troppo intense, sarebbe un problema, sia per le malattie che potrebbe contrarre la vite, sia perché andrebbero riviste al ribasso le stime fatte finora”.
Stime che parlano di una quantità in calo, non solo per l’andamento climatico, ma anche per la volontà da parte di alcuni territori e di alcune cantine, di diminuire la produzione, “perché - spiega ancora Martelli - ci sono tipologie di vino che hanno molta presa sul consumatore, in base ai mercati ed al livello di costo del prodotto: l’Asti ed il Prosecco, ad esempio, sono produzioni enormi che riscuotono un successo vastissimo dentro e fuori i confini nazionali, mentre altri vini, più dozzinali, che il consumatore non apprezza particolarmente, tanto che ci sono aziende con il vento in poppa, ed altre in profondo rosso”.
Un concetto - prosegue il direttore generale di Assoenologi - che cambia molto in base al mercato di riferimento ed alla produzione, e che generalmente riguarda “principalmente il Sud del Paese, almeno da quel che risulta dalle nostre mappe. Al nord quasi nessuno è ricorso agli estirpi o alla vendemmia verde, mentre in Italia Meridionale, specie in Campania, Puglia e Sicilia, c’è stato un ricorso alla vendemmia verde ed ancor prima agli estirpi notevolissimo. Per la vendemmia verde, sicuramente, la Regione che ha utilizzato di più questa misura è la Sicilia”.
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