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“.VIN” E “.WINE”: CONTINUA LA QUERELLE TRA ICANN E RAPPRESENTANTI DELLE DENOMINAZIONI EUROPEE, LONTANE DA UN ACCORDO CHE PERMETTA DI CONCILIARE LE PREROGATIVE DI DUE MONDI TANTO DIVERSI. IL RISCHIO, ADESSO, È QUELLO DI UN DURISSIMO MURO CONTRO MURO

A più di un mese dall’incontro di Durban, andato in scena il 18 luglio scorso, tra l’Icann, organismo responsabile della gestione dei nomi dei domini su internet, e il settore vitivinicolo, non c’è ancora l’accordo sulle regole di concessione dei domini “.vin” e “.wine”, e questo nonostante le proposte (concrete e ragionevoli) che permetterebbero di conciliare la crescita del sistema internet ed il rispetto delle denominazioni di origine presentate dall’Efow - Federazione Europea dei Vini di Origine. Nonostante il mese di tempo concesso dalla stessa Icann per analizzare le proposte dell’Efow, le società candidate non hanno fatto pervenire nessuna risposta, una situazione di stallo, forse, da attribuire anche a pressioni politiche esercitate al fine di non arrivare ad un’intesa, tanto che la Federdoc ed il Cnaoc, che rappresentano i Vini a Denominazioni d’origine italiani e francesi, hanno inviato all’Icann e al Gac una lettera nella quale chiedono che sia concesso ancora del tempo e che venga sospesa l’assegnazione dei domini “.vin” e “.wine” fino al raggiungimento di un accordo fra le parti.

Le organizzazioni confermano anche che saranno pronte a sostenere e promuovere questi domini se verranno previste delle regole a protezione delle denominazioni di origine: “se c’è un settore che conosce bene i vantaggi della globalizzazione e dello sviluppo di Internet, è proprio il nostro” spiegano Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc e Bernard Farges, presidente del Cnaoc, “ma se non otterremo soddisfazione, inviteremo tutti gli operatori del settore nell’unione Europea a boicottare questi nomi di domini. L’Unione Europea rappresenta quasi il 65% del mercato mondiale del vino; un boicottaggio massiccio rimetterebbe in discussione il modello economico proposto dalle società candidate alle estensioni; getterebbe altresì il discredito sulla politica condotta dai dirigenti di Icann. Poiché ci è permesso dal diritto internazionale, di chiedere anche ai tribunali di radiare tutti i nomi dei domini che possano arrecare danni alla reputazione delle nostre denominazioni di origine.”

Focus - I motivi dello scontro

L’Icann, organismo responsabile della gestione dei nomi dei domini su internet, ha deciso di aprire i nomi di domini di primo livello generico. Sono stati depositati quasi 2.000 dossiers di cui 4 legati al settore del vino (1 dossier su “.vin” e 3 dossier su “wine). I 4 candidati, che non hanno alcun legame con il settore, hanno annunciato la loro intenzione di vendere ai migliori offerenti i nomi dei domini di secondo livello (es. “bordeaux.wine”, “chianti.vin”, ecc.). Il settore vitivinicolo europeo, appoggiato da parecchi Governi tra cui l’Italia e dalla Commissione UE, manifesta da parecchi mesi la sua forte preoccupazione per l’assenza di regole sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e delle denominazioni di origine in particolare. Il rischio per i consumatori è quello di accedere a siti che fanno riferimento ai nomi di una Do e che invece non hanno nulla a che fare con vini di qualità o con le denominazioni riportate. Le conseguenze per i produttori sarebbero catastrofiche: contraffazioni, indebolimento della notorietà e compromissione della reputazione, raggiunta al prezzo di notevoli e duraturi sacrifici anche economici.

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