Il 2020 è alle spalle, e anche per le enoteche italiane, associate o meno a Vinarius, è il momento di tracciare un bilancio sull’andamento di quello che è stato un anno che ha chiesto grandi sacrifici al settore. Dal sondaggio di fine anno, esteso anche alle enoteche non associate, per avere una fotografia il più aderente possibile alla realtà, emergono “i pesanti risvolti che la crisi ha portato: da un punto di vista delle vendite, per oltre il 46% degli intervistati il 2020 è stato nettamente peggiore al 2019. Interessante, però, il dato sul Natale, che, per quasi il 50% del campione, ha rappresentato una vera e propria boccata d’ossigeno registrando vendite superiori a quelle dell’anno precedente, a dimostrazione di quanto il consumatore, impossibilitato a recarsi al ristorante, abbia comunque voluto consumare vino”, commenta Andrea Terraneo, presidente Vinarius. “Stessa dinamica se si guarda alla capacità di spesa del cliente: a Natale 2020 quasi il 41% del campione ha risposto che la capacità di spesa del consumatore è stata migliore sulle festività 2019. Se si allarga, invece, lo sguardo all’intero 2020, questa tendenza si capovolge e quasi il 45% ha risposto che è stata peggiore”.
La ricerca analizza poi le preferenze del consumatore e mostra come gli aumenti delle vendite riguardino, nel 40% dei casi, vini sulla fascia di prezzo che va dai 15 ai 30 euro, a conferma di quello che è il principale segmento di vendita delle enoteche. Tra i prodotti che hanno riscontrato maggior interesse, nel periodo natalizio, spicca lo Champagne, indicato in 1 risposta su 3, a seguire il Metodo Classico Italiano (24% del campione) ed infine i vini rossi e distillati per il 20% dei consumatori. Per le enoteche con mescita (il 34% delle enoteche che hanno partecipato al sondaggio) il 36% dichiara di aver registrato un calo annuale delle vendite dovute alle conseguenze delle restrizioni Covid-19 del 40%. Allo stesso tempo, il 58% dichiara di aver incrementato il delivery e il 35% dice di aver attivato il servizio di asporto per i clienti.
Molto diverso il dato per le enoteche classiche senza mescita (il 66% del campione analizzato) per le quali il 2020 ha portato, nel 67% dei casi, ad un aumento di fatturato del 10%, ed oltre il 30% nel 15% delle risposte. Anche per questa tipologia di attività, nel 51% dei casi il servizio delivery è stato incrementato mentre, il 33% del campione ha dichiarato di aver aumentato il servizio di vendita al minuto per i clienti. In generale si registra poi un riscontro positivo sul tema del digitale: il 15% delle enoteche intervistate ha potenziato la sua presenza nei canali social o ha creato o sviluppato un sito con e-commerce con vendita diretta.
“Un anno oltremodo complesso quello che si è da poco concluso e che ci sta continuando a mettere alla prova. Vinarius - commenta Andrea Terraneo - continua il proprio impegno a fianco delle enoteche italiane, fortemente penalizzate dal provvedimento contenuto nell’ultimo Dpcm, che vieta la vendita all’asporto di qualsiasi bevanda dopo le ore 18. Dopo la lettera aperta inviata al Presidente del Consiglio, ci sarà, nei prossimi giorni, un’interrogazione anche al Senato della Repubblica, volta a portare chiarezza sulla questione dei codici Ateco inseriti nel Dpcm, situazione che sta aumentando le difficoltà del settore e creando discriminazione nella vendita al dettaglio”.
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