Cimeli dei set e foto di scena, e non solo, inedite, per la gioia dei fans sempre attivi in tutto il mondo di uno dei film italiani più visti di sempre, icona dei “fagioli western”, che ora potranno venire ad ammirarli direttamente nella “casa” del loro celebre artefice, una cantina in uno dei territori più prestigiosi del vino italiano nata proprio grazie al grande successo cinematografico. Nasce il “Museo Italo-Trinità” dedicato al produttore cinematografico e vigneron Italo Zingarelli, creatore nel 1970 di uno straordinario “blend”, la coppia di attori più amata del recente cinema italiano, Bud Spencer e Terence Hill, e di Rocca delle Macìe, tra le più celebri griffe del Chianti Classico. L’occasione speciale, è “Trinità 50” (15-17 luglio), le celebrazioni dell’anniversario n. 50 della prima uscita nelle sale di “Lo chiamavano Trinità …”, uno dei più grandi successi del cinema italiano di sempre scritto e diretto da E. B. Clucher, che sarà proiettato in anteprima nella pellicola originale restaurata, nel borgo immerso tra i vigneti del Gallo Nero. Dai cui migliori Cru, nasce anche un’Edizione Limitata Collectors di Chianti Classico Gran Selezione in 1970 Magnum, “vestita” con l’immagine del film e dedicata dai figli Fabio, Sandra e Sergio al padre Italo.
Una nuova “wine destination” nel celebre terroir e una nuova etichetta da collezione, dedicate agli appassionati di vino e cinema, da una vera e propria “Cinematic Winery”, la prima d’Italia grazie alla “Galleria Trinità” allestista con la direzione artistica di Officina Grafica Firenze ed aperta al pubblico a partire dal 16 luglio, volute da una famiglia da sempre produttrice delle due arti italiane. A partire da “Lo Chiamavano Trinità …”, capostipite di una saga che ha creato un fenomeno cinematografico, allietando un’intera generazione di Baby Boomers, e che ancora oggi ha un incredibile seguito generazionale e internazionale con affezionati nei quattro angoli del mondo. Merito di uno dei più importanti ed innovativi produttori della storia del cinema e del vino italiano con Rocca delle Macìe, oggi un modello anche di ospitalità, con il suo relais in Chianti Classico con il Ristorante “Osteria Passo dopo Passo” guidato dallo chef stellato Maurizio Bardotti.
Un connubio, quello tra Bud Spencer e Terence Hill, “che ha segnato la storia del cinema italiano e che si deve alla lungimiranza di nostro padre Italo - ricorda Sandra Zingarelli, da sempre più vicina al ramo cinematografico della famiglia - il quale fu capace di leggere in quelle sceneggiature il desiderio, in un’Italia che viveva le prime importanti difficoltà economiche e sociali, di riemergere e ripartire, con forza e leggerezza”. “Avevamo deciso di salutarlo con un evento nella nostra Tenuta di Castellina in Chianti, già programmato nel 2020, poi bloccato dalla pandemia, che ne tracciasse un profilo ed un racconto rivisto con nuovi occhi, a 50 anni di distanza - aggiunge Sergio Zingarelli, presidente di Rocca delle Macìe - ora, possiamo finalmente farlo con una ritrovata voglia di serenità e di convivialità”.
Le celebrazioni continueranno con la proiezione in anteprima della pellicola originale, restaurata in collaborazione con la Cineteca di Bologna, con la quale la famiglia Zingarelli ha voluto assicurare la continuità e fruibilità del film anche alle generazioni dei figli e nipoti di chi ha avuto la fortuna ed il piacere di viverne la prima “epopea”, trasmettendo un messaggio di estrema attualità sull’importanza nell’uso della “forza buona” di Bud - in abbinamento alla “sagacia” di Terence - per sconfiggere le avversità. Un film di cui è ricorso il mezzo secolo nel 2020, mentre in questo 2021 compie i 50 anni il suo sequel, “Continuavano a Chiamarlo Trinità”, che ebbe un successo ancora maggiore, ed è a tutt’oggi il quarto film italiano tra i più visti di sempre.
I figli Fabio, Sandra e Sergio dedicano al padre Italo un Chianti Classico Gran Selezione “vestito” da “Lo Chiamavano Trinità …”, un’edizione limitata vertice della produzione dell’azienda e che rappresenta il compimento di una storia iniziata 50 anni fa, quando egli, romano di origine, si innamorò perdutamente delle colline di Castellina in Chianti.
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