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POLITICHE UE

Federvini: preoccupati da Commissione Ue, criteri “Cancer Plan” penalizzano il vino

La relazione sulla lotta contro il cancro non è ancora stata approvata, ma le conseguenze su tassazione e promozione rischiano di essere pesanti
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Le conseguenze per il vino dello “European Beating Cancer Plan”

“Prima ancora che la relazione sul Piano di lotta contro il cancro sia effettivamente approvata dal Parlamento Europeo (voto che avverrà non prima di febbraio 2022), la Commissione Europea sta già usando quel documento, nella sua versione più radicale, per stabilire criteri ed indirizzi alla base di importanti iniziative normative dell’Unione. Siamo ancora convinti che la ragionevolezza prevarrà e che l’Assemblea plenaria del Parlamento Europeo possa modificare un testo che, così come è, rappresenta un duro colpo alla reputazione dei nostri prodotti e, più in generale, alla diversità delle culture alimentari che rendono unico il nostro continente. Siamo profondamente preoccupati dell’atteggiamento della Commissione Europea e chiediamo al Governo italiano di evitare ulteriori passi falsi, come quello commesso la scorsa settimana, quando non ha contrastato l’approvazione di criteri che penalizzano il comparto dei vini, dei liquori e dei distillati, vere e proprie eccellenze del made in Italy nel mondo”. Così Micaela Pallini, presidente Federvini, commenta le ultime decisioni della Commissione Europea, che ha già dato mandato ad una società di consulenza di svolgere una mappatura dello status quo in materia di tassazione delle bevande alcoliche, allo scopo di definire una nuova politica fiscale tendente ad incrementare il livello di tassazione sulle bevande alcoliche nell’ottica delle raccomandazioni contenute nel Piano europeo di lotta contro il cancro (“European Beating Cancer Plan”). Il tutto a meno di una settimana dal voto della Commissione speciale del Parlamento europeo sulla relazione di indirizzo che, ad oggi, non contempla alcuna differenza tra consumo e abuso, presentando invece raccomandazioni radicali, indiscriminate e indistinte, come le proposte di aumenti fiscali e le forti restrizioni in termini di promozione, sponsorizzazione ed etichettatura.

Come se non bastasse, la scorsa settimana la Commissione Europea ha approvato il piano di lavoro 2022 sulla promozione orizzontale dei diversi settori agricoli: tra i criteri con cui attribuire i punteggi ai progetti di promozione presentati saranno prese a riferimento le indicazioni contenute nell’European Beating Cancer Plan. Un modo per disincentivare, di fatto, i progetti destinati alla promozione dei vini, dei liquori e dei distillati perché non potranno in nessun modo vedersi attribuiti i punteggi aggiuntivi. Purtroppo - sottolinea Federvini - il documento europeo non è stato contrastato dal nostro Ministero delle Politiche Agricole, non si sa se per disattenzione o incomprensione della posta in gioco. La programmazione e stanziamento dei fondi per la promozione orizzontale del 2022 rappresenta soltanto il primo dei tanti dossier legislativi che saranno presentati nei prossimi mesi: il nuovo regolamento sulla promozione orizzontale, le nuove norme in materia di etichettatura, nonché una più ampia proposta di revisione della fiscalità delle bevande alcoliche, in senso purtroppo fortemente punitivo.

“Senza una battaglia unita e determinata del Sistema Paese, mirata a costruire alleanze con gli altri Paesi mediterranei, corriamo seriamente il rischio che entro pochi anni le nostre bevande saranno considerate socialmente non sostenibili e quindi fortemente penalizzate” aggiunge Micaela Pallini. “A gennaio si svolgerà l’ultima tornata parlamentare per cambiare il testo del documento della relazione sul piano europeo di lotta contro il cancro nel Parlamento Europeo ma, contestualmente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità entrerà nell’ultima fase di negoziato del piano d’azione di lotta contro l’alcol che prevede le stesse misure anticipate dal documento europeo. Noi pensiamo invece che, nel combattere energicamente ogni forma di abuso e di consumo scorretto, dobbiamo difendere il nostro approccio di modello mediterraneo di consumo moderato e responsabile, parte di quella cultura della convivialità che il mondo ci riconosce”.

“È necessario che su questo dossier ci sia un coordinamento dei diversi Ministeri interessati - spiega Vittorio Cino, direttore generale Federvini - quantomeno del Ministero delle Politiche Agricole, affiancato dal Ministero della Salute e dal Ministero degli Affari Esteri, una vera e propria cabina di regia per l’elaborazione della strategia italiana da sviluppare sui tavoli europei e internazionali e per il coordinamento delle modalità con cui la posizione del nostro Paese viene espressa, evitando disattenzioni, assenze e sottovalutazione dei dossier e degli appuntamenti apparentemente interlocutori. Quello che auspichiamo è una presa di posizione convinta, continuativa e coerente da parte di tutto il Governo guidato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi”.

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