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IL 14 APRILE, A ROMA

Il vino per il riscatto nel Carcere Femminile di Rebibbia: 23 detenute diventano sommelier

A consegnare i Diplomi la Fondazione Italiana Sommelier nel Corso di Qualificazione Professionale. Che è pronto a partire anche nel Carcere Maschile
CARCERE, DETENUTI, FONDAZIONE ITALIANA SOMMELIER, FRANCO MARIA RICCI, SOMMELIER, Italia
Le detenute del Carcere di Rebibbia diventano sommelier

Hanno appreso le tecniche di degustazione, l’analisi sensoriale, la geografia dei luoghi e dei vigneti, il senso di una produzione variegata dal Nord al Sud del mondo, comprendendo le diversità che anche il vino offre dal punto di vista emotivo. E lo hanno fatto dietro le sbarre, per riscattarsi. Sono le 23 detenute del Carcere Femminile di Rebibbia a Roma, che, il 14 aprile, in una cerimonia di consegna solenne e speciale, riceveranno il diploma del Corso di Qualificazione Professionale per Sommelier da parte della Fondazione Italiana Sommelier (Fis). Che, tra qualche giorno, è pronto a partire anche per 34 detenuti del Carcere Maschile.
“Questo, nell’ambito della formazione, è un impegno che la Fondazione Italiana Sommelier si assume da sempre e offre al nostro Paese affinché cresca, ma forse dovremmo dire nasca, un’adeguata cultura per il vino, per l’olio, per i prodotti della terra. L’esperienza del Carcere è un’esperienza importantissima, colma di emozioni, sia per i docenti della Fondazione Italiana Sommelier (Fis) sia per le signore che hanno seguito il Corso con un’attenzione unica”, sottolinea il presidente Franco Maria Ricci che consegnerà i diplomi, insieme ad Albano Carrisi, che canterà per le nuove sommelier, Paola Severino, già Ministro della Giustizia, oggi presidente della Fondazione Severino impegnata negli Istituti di Pena italiani, Carmelo Cantone, Sovrintendente delle Case di Pena di cinque Regioni italiane, e la direttrice del Carcere Alessia Rampazzi.
Terminata la pena, grazie al diploma, alle nuove sommelier è stato offerto un lavoro nella ristorazione italiana. “In un’Italia che si conferma come il più grande Paese del vino del mondo, crediamo di aver offerto non solo una grande opportunità, ma soprattutto una formidabile speranza di vita”, conclude Franco Maria Ricci.

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